Tatuaggi Spirituali (Aforismi de-motivazionali, anti-ego, pro-disincanto) – 1° Parte

Il risultato finale è zero.

Nelle mie “Opere” ho lasciato molti indizi sotto forma di aforismi, acronimi, brevi regolette, parole in codice, equivalenze complesse, giochi di parole. Lo scopo di tali giochi di parole è naturalmente il disincanto da ogni parola, da ogni illusione, da ogni apparenza esterna.

Per facilitare la transizione verso lo stadio di coscienza in via di Risveglio potete letteralmente stampare qualche perla di saggezza sul vostro corpo. L’ideale sarebbe iniettarsi questi messaggi direttamente nella propria mente, ma visto che la vedo dura tatuarsi questi messaggi nel vostro cervello, potete impiegarli a mo’ di promemoria (post-it cartacei o virtuali).Scegliete il messaggio che ritenete più diretto, semplice, efficace. Poi copiatelo (o tatuatelo sul corpo, al posto dei vostri scarabocchi insignificanti). Infine imparate a contemplare tale messaggio, ogni giorno.

 

Questi messaggi – per alcuni di voi – non saranno motivazionali, però saranno di certo più realistici ed efficaci del 99% delle stucchevoli frasi fatte new age.

E poi, per chi dovrebbero essere motivazionali? Per  il vostro ego? Per la vostra vanitosa importanza personale? Per il vostro intelletto obeso di cazzate?

Se vogliamo dare una connotazione a questi aforismi, possiamo dire che sono messaggi de-motivazionali, anti-ego, e soprattutto pro-disincanto.

Lista aforismi:

  • Il risultato finale è zero.
  • Se può crollare, è tutta una montatura.
  • In Realtà, Nulla è mai accaduto.
  • Risvegliarsi o finire in un nuovo incubo.
  • L’agente è la gente (l’Agente Smith è nella testa della gente).
  • Cosa c’è Oltre?
  • Falso = Opinabile
  • Credo, Cedo, Creo.
  • Problema = Proiezione
  • piccolo gps = goffo personaggio strillante.
  • Grande GPS = Grande Presenza Silenziosa.
  • F.E.A.R. = Finte Evidenze, che Appaiono Reali (oppure Falsi Eventi Apparentemente Rilevanti… Fatti Esterni Apparentemente Reali… Fantastiche Esperienze, Apparentemente Reali)
  • Finto = Finito
  • Se può finire, è una finzione.
  • Incantarsi = Incatenarsi
  • Incantamento mentale = Incatenamento sensoriale
  • L’inconscio, è dappertutto.
  • La profondità è superficiale.
  • Prima c’è lo spin interiore, e poi, l’effetto esteriore.
  • Loop del divenire o Loop Fass = Fare, Avere, Sapere, Sentire
  • La profondità è superficiale.

(Questi indizi fanno parte solo delle mia prima trilogia)

Ci sono molti altri aforismi, regolette, indizi nei miei altri libri, ma questi sono i primi che mi vengono in mente. Utilizzateli per rompere i vostri fottuti incantesimi quotidiani.

Buon disincanto!

Opere di ZeRo: https://payhip.com/ZeRoVe

 

Zen azzerato

 

 

 

 

Risveglio dal sogno planetario

 

 

 

Mente Vuota in corpo Pieno

 

Senz’io si vive da Dio

 

 

 

 

Agguato a se stessi

 

 

Un Corso in Miracoli, appunti di ZeRo

 

 

 

 

Il Mezzo più rapido per la Beatitudine

 

 

Jed McKenna – Passi scelti e tradotti da ZeRo

 

 

 

Nisargadatta Maharaj – Passi scelti da ZeRo

 

 

 

 

 

 

 

 

Zen Azzerato, micidiali Koan sparati da ZeRo (messaggi brutalmente illuminanti) – Ebook + Audiolibro

Lettura vietata ai minorati mentali.

Se ci tenete alla vostra salute mentale, non leggete questo libro.

Se invece siete disposti a perdere il vostro psicolabile equilibrio, allora proseguite la lettura.

Ebook: https://payhip.com/b/Nj5W9

Audiolibro: https://payhip.com/b/kPvyL

Questo libro contiene bombe atomiche destinate a frantumare il vostro intelletto, polverizzare il senso dell’io, annientare il presunto senso di realtà.

Alcuni koan potrebbero violare i filtri morali del vostro sistema cognitivo.

Altri potrebbero involontariamente violentare il ridicolo personaggio con cui siete identificati.

Occorre dunque procedere con prudenza, moderando la lettura e rallentando la riflessione analitica.

Evitare di soffermarsi superficialmente e frettolosamente su troppi messaggi allo stesso tempo.

Ogni messaggio è stato concepito per provocare un cortocircuito interno al vostro sistema cognitivo.

Non garantisco l’illuminazione (chi può garantirla?), ma posso garantire che la vostra testa verrà cotta a puntino, fulminata, saetta dopo saetta.

Ogni vostra certezza verrà rasa al suolo… Ritrovandovi improvvisamente senza mente!

Buon azzeramento!

L’ultimo giorno della mia vita (Esercizio di Contemplazione della morte)

Esercizio tratto dal mio ebook gratuito: AGGUATO A SE STESSI (Manuale di Autoliberazione).

Portare lucidamente la mente all’inevitabilità della morte, è un ottimo stratagemma, per smuovere la propria attenzione, e modificare la propria percezione. Se fatto come si deve, vi sbloccherà dalla percezione ordinaria e costringerà il vostro essere ad un mutamento interiore, una variazione di attitudine, propensione, disposizione d’animo. Infonderà maturità, grinta, tenacia, fermezza, risolutezza, prontezza.

Durante la giornata portate a galla il pensiero della morte, servendovi di brevi promemoria:
È giunta la mia .
Questa è la mia ultima cena.
Questo è il mio ultimo pasto.
Quella può essere la mia ultima occasione.
Il mio tempo è scaduto.
Questa è l’ultima esperienza di questo tipo.
Queste sono le ultime persone che vedrò.
Queste sono le mie ultime azioni.
Queste sono le mie ultime sensazioni, le ultime emozioni, gli ultimi pensieri.
Sto per abbandonare definitivamente questa dimensione.
Tutte le mie relazioni stanno terminando.
Questa è l’ultima giornata, in questa casa.
Questo è il capitolo finale della mia storia personale.
Questo è il mio ultimo messaggio.
Questo è l’ultimo incontro.
Questo è l’istante cruciale.
Questa è la conclusione.
Questo è il mio ultimo giro di giostra in questo mondo.
Questa sarà la mia ultima apparizione in questa società.
Questa è la mia possibilità finale.
Etc.

Scegliete le frasi più significative e riportatele alla mente, soprattutto a inizio e fine giornata.
Questa mentalità vi spinge necessariamente verso una consapevolezza molto intensa.
Sotto questa prospettiva, le altre faccende umane vi sembreranno insignificanti: il problema più grande, apparirà come una minuzia.

Immergete la vostra mente nella consapevolezza della morte.
Fatelo con regolarità.
Commemorate la vostra morte almeno un paio di volte al giorno.
Il disco della vostra memoria venga ripulito dalla consapevolezza della morte.
La vostra superbia e l’importanza che vi date vengano ridimensionate (ed eventualmente azzerate) dalla morte del vostro meschino ego.
L’idea della morte sia un dolce ricordo, non un terrificante pensiero.

(ZeRo))

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Audiolibro: https://payhip.com/b/Kuteh

AUTOSABOTAGGIO – Prima Parte

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Ci sono innumerevoli meccanismi di auto-sabotaggio che producono tantissima sofferenza inutile nell’uomo comune.

L’uomo comune non sospetta dell’esistenza di questi meccanismi poiché sono inconsci e passano quasi sempre inosservati. Quando si verificano nell’uomo comune la colpa viene subito proiettata sul mondo esterno. L’effetto dell’auto-sabotaggio viene chiamato “sfortuna, maledizione, sfiga, sventura”. Tutti questi termini presuppongono che l’origine del fallimento si trovi soltanto all’esterno, lontano, negli altri.

Un modo per non rimanere vittima di questi meccanismi di auto-sabotaggio consiste nell’auto-vigilanza.

Imparare a monitorare l’auto-sabotaggio della mente inconscia non è difficile ma non è neppure semplicissimo. È questione di abitudine.

Puoi iniziare con semplici domande:

 

“Quale sarà il prossimo auto-sabotaggio?”

“Vediamo come avviene l’auto-sabotaggio.”

“Guardiamo l’effetto esterno dell’auto-sabotaggio.”

“L’effetto esterno dell’auto-sabotaggio è un effetto indesiderato, che di solito chiamo sfortuna.”

“Sicuramente c’è un collegamento tra il sabotaggio interno (che ora non vedo) e il risultato negativo che vedo là fuori.”

“L’agitazione e il coinvolgimento eccessivo mi impedisce di riconoscere l’auto-sabotaggio della mente inconscia. Devo portare pazienza e osservare con molta calma questi meccanismi.”

 –

In questo modo, con questa vigilanza, puoi prendere le distanze dai meccanismi con cui la mente stava sabotando se stessa, il tuo corpo, le tue azioni, etc.

Questi auto-sabotaggi sono all’ordine del giorno, vengono innescati alla velocità della luce, non puoi vederli, fermarli, analizzarli, poiché sono più veloci dell’intelletto e dei sensi. Inoltre non puoi vederli là fuori perché avvengono dentro.

All’inizio non puoi impedire che avvengano ma puoi distanziarti da loro, rimanere meno coinvolto e quindi non farti colpire, infastidire, disturbare, abbattere, atterrare, deprimere.

Li puoi anticipare prevedendo il loro effetto sabotante. Non preoccuparti di interromperli immediatamente, non ci riusciresti con l’intelletto o con i sensi.

Quando per te non saranno più un disturbo non cercherai nemmeno di interromperli. A volte li guarderai con disinteresse, altre volte li guarderai con curiosità. Paradossalmente iniziano a diminuire non appena ti limiti a prevederli e ad osservarli con distacco.

 

(ZeRo)

LIBRI DEL RISVEGLIO:

 

LA FORZA VIEN SFORZANDOSI. (Siete una Forza della natura)

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Come la fame vien mangiando (sollecitando le papille gustative), così la forza può essere sollecitata mediante piccoli sforzi quotidiani.
Ogni giorno potete attingere al vostro pieno potenziale e per farlo vi basta innescare la giusta spinta, premere il giusto bottone interiore, azionare il giusto catalizzatore, esercitare la giusta pressione (muscolare, chimica, neurale, mentale, emotiva, spirituale).

Dove dovreste premere di preciso?

Dovete premere nel profondo del vostro Essere.

Se non premete intensamente dentro di voi, il potenziale latente rimarrà apparentemente irraggiungibile.

Senza pressione interiore, il fuoco dal profondo non si accenderà e voi vi farete tiepidamente afflosciare dalle difficoltà della vita, verrete fiaccamente trascinati dalle avversità, vi farete energicamente spompare dai vampiri energetici.

Per non farvi sciupare dal mondo delle apparenze esterne dovete premere di più. Dovete premere dentro, sempre più a fondo; all’inizio dovete provare a premere tutti i tasti interiori fino a innescare definitivamente la vostra miccia.

L’innesco definitivo lo avvertirete da un mutamento inspiegabile nella totalità del vostro essere.

Vi sentirete un’altra persona, anzi avrete bruciato la vecchia personalità.

Alcuni vecchi tratti di personalità saranno ovviamente ancora lì, ma i tratti caratteristici più egoistici (quelli più narcisistici, infantili, immaturi) verranno inceneriti.

Per sapere se avete fatto un buon lavoro, dovete accertarvi che il fuoco interiore abbia incendiato i tratti di personalità più tossici: frenesia, nervosismo, agitazione, irritabilità, irascibilità, permalosità, suscettibilità, etc.

Accendete quel dannato fuoco e fate un bel falò interiore!

Fate un olocausto interiore. Incenerite il vostro maledetto ego.

Se siete qui, vuol dire che bruciare la vecchia e falsa personalità dovrebbe essere il vostro unico obiettivo o la vostra priorità.

Anche perché non avete molte opzioni:

– o bruciare la vecchia e falsa personalità.

– o farvi bruciare dai vostri stessi conflitti interiori.

Come ho accennato all’inizio, per compiere questa Opera serve molta forza e questa forza si accresce con il retto sforzo (interiore ed esteriore).

Il retto sforzo vi darà la forza sufficiente per bruciare tutti i blocchi della falsa personalità.

Questa forza vi consentirà di recidere gli attaccamenti psichici, emotivi, eterici. E visto che il problema non sta nella forza in sé, in quanto si tratta di un Potere Impersonale che si trova in noi, la vera domanda è:

Ma voi, volete davvero recidere gli attaccamenti psichici, emotivi, eterici?

Volete davvero attingere alla forza dal profondo del vostro Essere?

Oppure volete pigramente, egoisticamente, stupidamente pretendere di non avere abbastanza forza interiore per recidere gli attaccamenti interiori ed esteriori?

Un tizio una volta mi chiese di darmi una descrizione del suo essere. Voleva una descrizione motivazionale, qualcosa che gli ispirasse fiducia, coraggio, grinta, passione. Per infondergli fiducia gli risposi: Tu sei una forza della natura!

Se ci riflettete bene, quella mia risposta non si discosta molto da ciò che siete.  Questa espressione si addice perfettamente all’espressione del vostro Essere. Non è solo un modo di dire. Tra l’altro, siete una forza della natura anche in termini biologici, fisici, scientifici.

Se anziché considerarvi come impotenti manichini umani, provaste a considerarvi per quello che siete, cioè per delle forze della natura, come cambierebbe il rapporto con la vita?

Vi siete mai visti, considerati, definiti come una forza della natura?

Ne dubito, perché una forza della natura non si lamenterebbe ogni due per tre. Una forza della natura non si preoccuperebbe per i problemi dell’uomo comune. Una forza della natura non avvertirebbe la mortalità. Una forza della natura non si farebbe piegare psicologicamente dall’intelletto. Una forza della natura non si chinerebbe supinamente ai dettami del Sistema. Una forza della natura non si sentirebbe imprigionata, legata, attaccata a tutte le cazzate del vostro piccolo e impotente ego.

La forza della natura si muove in tutti noi, quindi volenti o nolenti, tutti noi siamo già delle forze naturali, siamo mossi dalla forza della natura e dunque siamo una forza della natura. Il sapere – con certezza assoluta – di essere una forza della natura dovrebbe infondere, appunto, una grande forza.

Cosa può fare una forza della natura?

Tutto!

La forza, per definizione, rappresenta una capacità qualsiasi.

Dire forza della natura è come dire capacità infinita, infinito potere creativo, illimitata creatività,  energia incontenibile. Questi sono sinonimi di ciò che siete, o di ciò che potete diventare.

Dire che siete una forza della natura è come dire che siete energia allo stato puro, siete la Potenza in azione, siete la Capacità dell’Infinito. Nella tradizione Shivaista, come quella di Abhinavagupta, parlerebbero di Potenza di Shiva, Potenza del Signore. Non intendevano qualcosa di segreto, esoterico. Intendevano qualcosa di fattuale, la loro descrizione, anche se criptica ed estremamente tortuosa, puntava a dire che siete una miracolosa forza della natura.

In quanto Pura Capacità, siete capaci di tutto. Il corpo potrebbe avere capacità limitate, ma voi siete la pura capacità in sé.

Dato che siete una forza della natura, state già attingendo a questa forza. Lo state facendo anche se non ne siete consapevoli. Infatti è solo grazie a questa forza che potete fare quello fate, o che non fate.

A questo punto, con le informazioni che vi ho appena fornito, sta a voi decidere quando e quanto attingere a tale forza. Sta a voi riconoscere la vostra identità in termini di forza naturale. Sta a voi risvegliare la forza che già avete e che già siete. Sta a voi vivere come una forza della natura.

E visto che in un modo o nell’altro dovete sempre sforzarvi per qualcosa, sta a voi scegliere per cosa sforzarvi.

Ogni giorno esaurite una quantità eccessiva di energia in attività superflue. Non è ora di sforzarsi per qualcosa di più utile, edificante, entusiasmante, elettrizzante, evolutivo, stimolante, espansivo, straordinario, magico?

Invece di investire in qualche puttanata esteriore, non sarebbe ora di investire nella forza interiore?

Non sarebbe ora di investire tutto (ma proprio Tutto) nella forza che già siete?

(ZeRo)

LIBRI DEL RISVEGLIO:

ELENCO DI DOMANDE COSTRUTTIVE, BENEFICHE, VINCENTI, RISOLUTIVE, TERAPEUTICHE

Qual è la miglior domanda che posso farmi in questo momento?

 

Le domande ci fanno cambiare il focus e quindi stato d’animo.

Se la domanda è: “perché sto così male?” (“perché sono così stupido, sfortunato, debole, solo?” … “Perché capitano tutte sempre esclusivamente a me?”), allora troverete un sacco di ragioni. E, nel pensare a tutte queste ragioni, starete ancora peggio!
Il motore di ricerca mentale andrà a cercare tutti i motivi, episodi, dettagli che rispondono alla tua domanda o che confermano i tuoi presupposti (sono stupido, sfortunato, impotente).

La tua testa verrà impostata per trovare gli indizi della tua sfortuna, impotenza, solitudine…
La tua testa, con quella impostazione mentale, CANCELLA tutte le altre informazioni positive, belle (ECCEZIONI, altre possibilità, episodi, persone, pregi) e vedrà soltanto quel lato della medaglia.
In pratica, quel tipo di domande non aiuta a migliorare la qualità della vita, ma a peggiorarla.

Per correggere questa tendenza automatica della mente ordinaria, ti consiglio di considerare frequentemente alcune delle seguenti domande.

Rapide Domande costruttive:

Posso stare meglio adesso?
Posso pensare a qualcosa d’altro?
C’è qualcosa di meglio da fare, da vedere, ascoltare?
Che cosa mi piace davvero? [Cosa mi rallegra, mi rende spensierato, contento? … Cos’altro?]

Cosa mi consente di sospendere o distrarre la mente dai soliti ragionamenti? Cosa mi consente di alleggerire il corpo dalle solite sensazioni fisiche?]

Domande per incrementare l’acuità sensoriale:
Cosa (non) sto notando sensorialmente? In me o negli altri? Quale dettaglio mi sfugge? Il linguaggio del mio corpo cosa mi dice? Cosa mi sta comunicando il corpo?

Domande Strategiche:

Ciò che faccio funziona davvero?  Noto dei cambiamenti, progressi?

Conviene interrompere e passare ad altro, o è il caso di continuare?

Quali sono le combinazioni eccellenti? Qual è la miglior combinazione di pensieri, parole, azioni, esercizi?

Posso combinare il mio attuale stile di vita con nuove abitudini? Nuovi approcci, nuove informazioni, nuovi atteggiamenti?

Posso adottare lo stile dei personaggi che ammiro? Qual è la loro combinazione di pensieri, parole, gesti? Come vivono?  Come si muovono? Come parlano? Come scrivono? Come rispondono? Come reagiscono? Come ragionano? Quali sono le loro abitudini?

Domande fondamentali:

Cosa devo fare di più?

Cosa dovrei fare di meno?

Cosa dovrei iniziare? Cosa dovrei iniziare a pensare, dire, sentire, percepire?

Cosa posso (o devo) interrompere, sospendere, rimandare già da subito?

Qual è l’obiettivo più vicino, rapido, semplice, che posso raggiungere oggi, nelle prossime ore? Quali sono gli obiettivi che posso raggiungere ogni giorno, facilmente?

Se qualcosa mi impedisce di comportarmi come desidero, come posso ovviare all’impedimento? Cosa posso fare di diverso?

Se l’impedimento se ne andasse, come mi sentirei?

Perché non richiamare tale sensazione? Perché non immaginare in anticipo il sollievo? Perché non sfruttare la mente per riprodurre le sensazioni che posso e voglio sentire? Visto che la mente può produrre qualsiasi sensazione, anche di fronte agli impedimenti esterni, perché non sfruttare questa facoltà interiore per produrre le sensazioni più vantaggiose?

(Cancelliamo per un attimo l’idea che tu abbia degli impedimenti e non possa fare qualcosa”. “In tal caso cosa potrebbe essere possibile per te?”)

“Nonostante questi impedimenti, a cosa potrei pensare? A cosa potrei  dedicarmi?”

(Potrei, ad esempio, sospendere l’idea che io non possa fare una certa cosa, che il mio futuro sarà in un determinato modo, che i miracoli non possono accadere, che io sono destinato a chissà cosa).


Cosa mi manca per poter superare gli impedimenti attuali?

[fai come se non ti mancasse niente, come se avessi quelle risorse, come se misteriosamente ti venissero fornite]


Cosa succederebbe se facessi, pensassi o confessassi quello che ho paura di fare, pensare, confessare?
[Immagina di fare o confessare ciò che non vuoi fare o dire…

fingi che sia già fatto. Immagina lo scenario in cui è già avvenuto e trasporta la mente in quello scenario]


“In che altro modo posso guardare tutto quello che succede in questo mondo?”

Cos’altro?

[Chiedersi “Cos’altro?” è molto utile perché in due parole apre la mente ad un ventaglio di possibilità illimitato, un insieme di opportunità che di solito viene ignorato.
Chiedere: “Cos’altro?”, aiuta a individuare le risorse di cui puoi avvalerti, fare una lista delle alternative, identificare i vantaggi, aumentare la motivazione]


In cos’altro posso riuscire?
[Cos’altro posso apprendere?]
Dopo quel cambiamento, cos’altro può cambiare?
[Cosa può capitare di bello, incredibile?]
Cos’è che non ho ancora considerato?
Quali altri risultati posso ottenere?
Quali alternative ci sono?

Quali alternative migliori non vengono considerate o accettate dalla mia mente?

Supponiamo che sei a 2 anni da oggi, e da tempo hai già risolto la situazione attuale, a quel punto, cosa ti piacerebbe fare?

[…a cosa ti dedicheresti se la mente fosse libera dai pensieri problematici? Cosa vorresti conoscere, imparare, capire?]


Cosa penserò tra 10 anni di quello che mi sta succedendo oggi? [Sicuramente ci riderò sopra oppure lo dimenticherò… allora perché aspettare 10 anni per riderci sopra?

Perché aspettare 10 anni per rieducare, modificare, correggere la mente?

Perché aspettare 10 anni per fare qualcosa che posso fare subito, tutti i giorni?

Perché aspettare 10 anni per addestrare il sistema percettivo?]


In quali stati d’animo ti trovi quando hai le risorse materiali desiderate?
Elicita gli stessi stati d’animo (spensieratezza, tranquillità, sicurezza), anche nelle situazioni indesiderate.

La mente può richiamare qualsiasi stato d’animo, ed essendo abituata a richiamare solo quelli indesiderati, riproduce ogni giorno quel tipo di sensazioni. Occorre intervenire attivamente, con regolarità, per insegnare alla propria mente a richiamare stati interni di tranquillità, spensieratezza, sicurezza.
Impara a vedere gli stati ansiogeni come un prodotto di una mente poco addestrata. Correggi questa tendenza interrompendo gli stati ansiogeni e sostituendoli tempestivamente con uno stato di agio, sollievo, umorismo o sana indifferenza.


Se potessi scegliere le tue sensazioni o emozioni, quali sceglieresti?
Preferiresti la tetraggine, l’ansia, la frenesia?

O preferiresti dare la precedenza alla pazienza, all’autoironia, al non-pensiero?


E se per te la tua vita non rappresentasse più un problema, come ti comporteresti?

Come ragioneresti in assenza del tuo problema principale?

Ti darebbe ancora fastidio qualcosa che non c’è più? (Anche se appare là fuori, Ti darebbe ancora fastidio qualcosa che nella tua mente non c’è più, o non appare più come un problema?)

Come ragioneresti in assenza di problemi?
Come reagiresti? Rideresti di più? Saresti più solare, indifferente, disteso, sicuro?

Se tutto fosse possibile, cosa chiederesti, cosa vorresti sapere? Quale mistero vorresti comprendere?

Cosa hai imparato da questa vita?

Cosa hai imparato dalle ultime esperienze?
Se potessi tornare indietro, come vorresti sentirti? Come reagiresti di fronte alle seccature, i fastidi, gli scocciatori? Con questa nuova consapevolezza, reagiresti impulsivamente come una volta? O reagiresti con meno egoismo e con più calma, lucidità, pazienza, indifferenza, serenità?
Se un domani dovesse ricapitare quella situazione come ti comporteresti?

Pensa alla prossima scocciatura del giorno o della settimana. Come potresti reagire applicando questa nuova consapevolezza?

Domande finali:
Cosa vuoi davvero?
Cosa è essenziale per te?
Quali ostacoli posso incontrare? (vizio, disperazione, rassegnazione, perdizione, apatia)
Come posso superare gli ostacoli? (esaminando le domande costruttive. Con la preparazione, disciplina, pratica, concentrazione, costanza, fiducia)
Quali sono le azioni e le informazioni che mi fanno stare meglio?
Cosa posso fare per sentirmi meglio, in questa situazione o in altre situazioni?

Come posso utilizzare il mio tempo, al meglio?
Cos’altro posso fare?
Cosa farebbe un genio, un guerriero, un Maestro, Cristo, Buddha, Dio, in questa stessa situazione? Come ragionerebbe? In cosa avrebbe fiducia?

C’è stato sicuramente un periodo in cui quel problema non esisteva.

Ritorna a quel periodo. Come parlavi, come ti comportavi, come ti sentivi?
Tanto per provare, ora potresti fare come se quella cosa problematica non ci fosse più? Prova solo a immaginarlo.

Oppure prova a fare come se quel problema non ti desse più fastidio? Solo per gioco… fai come se non esistesse più.

La tua mente può farlo benissimo, la devi solo abituare a queste nuove modalità operative. A quel punto sarà operativa come la mente di un autorealizzato.

Vedi anche:

LIBRI DEL RISVEGLIO

AGGUATO A SE STESSI – Manuale di Autoliberazione – Ebook gratuito di ZeRo (testo + audiolibro)

Mi raccomando di provare tutti gli esercizi.

Se il manuale vi è piaciuto condividetelo liberamente.

Buon agguato a voi stessi.

Pdf + Epub (gratuito) link: https://payhip.com/b/IeXMn

Audiolibro: https://payhip.com/b/Kuteh

L’ARTE DELL’AGGUATO (Testo + Video) – (Carlos Castaneda, Sciamanesimo Tolteco, Nagualismo)

Visualizza immagine di origine

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Ho appena preparato un ebook gratuito intitolato “Agguato a se stessi – manuale di autoliberazione (suggerimenti pratici di ZeRo)”.

Pdf + Epub gratuito, basta inserire l’email al seguente link: https://payhip.com/b/IeXMn

Audiolibro: https://payhip.com/b/Kuteh

Di seguito riporto una serie di riflessioni dello stesso Castaneda sul concetto di agguato.

Oltre alle citazioni di Castaneda (e discepoli) ho integrato il testo con dei video sul tema dell’agguato.

Buon agguato a voi stess!

«Il primo principio in assoluto dell’arte dell’agguato è che il guerriero ponga l’agguato a se stesso, e lo faccia spietatamente, con astuzia, pazienza e dolcezza.»

(Il potere del silenzio)


 

 

Da “INCONTRI CON IL NAGUAL” — Libro di Armando Torres

Agguato: è il controllo strategico delle proprie azioni, da parte del guerriero, all’interno della società e nell’interazione con altre persone, per rafforzare l’energia, temprare lo spirito, andare aldilà della propria storia personale e delle proprie credenze. L’agguato parte dall’osservazione, non dal giudizio o dal dialogo interno. Il guerriero diventa quindi un cacciatore che conosce tutto della sua preda per poterla prendere in trappola. Il bottino più ambito non sono di certo le persone o la soddisfazione del proprio ego, quindi benché agisca nella vita quotidiana, la sua caccia è silenziosa e il suo bottino è l’energia. La preda più ambita del cacciatore è… sé stesso!


– Gli stessi risultati prodotti dalle piante possiamo ottenerli quando ci mettiamo spalle al muro. Affrontando situazioni limite, come il pericolo, la paura, la saturazione sensoriale e l’aggressione, qualcosa in noi reagisce e prende il controllo, la mente si pone in allerta e sospende automaticamente il suo parlottare. Porsi deliberatamente in quelle situazioni si chiama agguato.

—–

Quando gli feci notare che quel metodo non funzionava mi rispose che si trattava di una deliberata strategia di cacciatore. Stava facendo, apparentemente, agguati alle routine della mia mente attraverso ciò che chiamò la “saturazione concettuale”. Gli chiesi che cosa volesse dire con questo e mi spiegò: – La ragione si satura quando gli dai troppo contenuto di lavoro. Don Juan soleva dire che i concetti strani, come quelli che usano gli stregoni, devono essere ripetuti fino alla stanchezza, in modo che guadagnino un luogo definito nella nostra coscienza, oppressa dal peso di così tante questioni triviali.

– Se vuoi conoscere il lato magico del mondo, sii implacabile con. i tuoi ragionamenti, non permettere che si accomodino, portali al loro limite, al punto stesso di rottura. In tali circostanze la tua mente avrà solamente due opzioni: imporsi, obbligandoti ad abbandonare l’apprendistato, oppure tacere, lasciandoli in pace.

– L’agguato induce movimenti minuscoli, ma molto solidi, del punto di unione; non è come nel sognare che ti smuove profondamente ma rimbalzi come un elastico e torni immediatamente a ciò che eri. Quando pratichi l’agguato, continui a vedere tutto allo stesso modo di sempre, quindi cercherai di applicare criteri quotidiani alle cose. Se in una circostanza così sei forzato a un cambiamento dal tuo istruttore, la cosa più sicura è che tu ne esca offeso o ferito nell’amor proprio e ti allontani dall’insegnamento.

Gli chiesi quale fosse, quindi, il modo nel quale gli stregoni trasmettevano quell’arte.

Mi rispose che, tradizionalmente, viene insegnata in uno stato di coscienza accresciuta e viene lasciata per l’ultima fase dell’insegnamento.

– Non è qualcosa che venga detto in faccia, è necessario catturarlo fra le righe. Questa parte dell’apprendimento appartiene agli insegnamenti per il lato sinistro. Costa molti anni ricordare in cosa consiste, e altrettanti poterla portare alla pratica.

– Al livello in cui sei tu ora, l’unica cosa che ti permette di praticare l’agguato è avvicinarvisi con metodi di sogno. Se in qualsiasi momento senti che sto toccando temi troppo personali o vieni assalito dai sospetti, guardati le mani o usa qualsiasi altro ricordatorio che tu abbia scelto. L’attenzione di sogno ti aiuterà a smuovere la tua fissazione.


– L’agguato è l’attività centrale di un cacciatore di energia. Anche se può essere applicato con risultati stupefacenti al nostro interagire con la gente, è disegnato principalmente per affinare il praticante. Manipolare e dominare altri è un compito arduo, ma è incomparabilmente più difficile dominare noi stessi. Per questo l’agguato è la tecnica che contraddistingue il nagual.

– L’agguato può essere definito come l’abilità di fissare il punto di unione in posizioni nuove. – Il guerriero che fa agguati è un cacciatore. Ma a differenza del cacciatore ordinario che ha lo sguardo fisso sui suoi interessi materiali, il guerriero persegue una preda più grande: la sua importanza personale. E si prepara ad affrontare la sfida di aver a che fare con i suoi simili, cosa che il sognare non può risolvere da solo. Gli stregoni che non imparano a fare agguati diventano scorbutici.

– Perché?

– Perché non hanno la pazienza per tollerare la stupidità della gente.

– I guerrieri sanno che ogni forma di abitudine è una dipendenza..

Può legarti al consumo di droghe o ad andare in chiesa ogni domenica; la differenza è di forma, non di essenza. Allo stesso modo, quando ci abituiamo a pensare che il mondo è ragionevole o che le cose nelle quali crediamo siano l’unica verità, siamo vittime di un’abitudine che annebbia i nostri sensi, facendo si che vediamo solamente ciò che ci è familiare. – Le routine sono modelli di comportamento che seguiamo in modo meccanico, sebbene non abbiano più senso. Per fare agguati è necessario uscire dall’imperativo della sopravvivenza.

– Poiché è padrone delle sue decisioni, un guerriero che fa agguati è una persona che ha bandito dalla sua vita ogni traccia di dipendenza. Deve solo recuperare la sua integrità energetica per essere libero. E poiché ha la libertà di scelta, può coinvolgersi in forme calcolate di comportamento, sia avendo a che fare con la gente che con altre entità coscienti.

– Il risultato di questa manovra non è più una partecipazione abituale, ma un agguato, perché consiste nello studiare i comportamenti degli altri.

Gli chiesi che senso avesse tutto ciò. Mi rispose: – Dal tuo punto di vista, nessuno. La libertà non sente ragioni. Comunque, tutto il tuo essere rabbrividisce quando rompi le tue routine, perché smascheri il mito dell’immortalità.

Indicando la gente che stava ritornando dal lavoro, mi disse: – Cosa credi che siano andati a fare? Quella gente è andata a vivere il suo ultimo giorno! La cosa triste è che, probabilmente, molto pochi di loro lo sanno. Ogni giorno è unico ed il mondo non è solo come ci hanno detto. Cancellare la forza dell’abitudine è una decisione che si prende una volta per tutte. A partire da quell’atto, il guerriero diviene un praticante dell’agguato.

– E non può essere che il guerriero finisca per fare del suo proposito qualcosa di quotidiano?

– No, Questo è qualcosa che devi comprendere molto bene, perché altrimenti la tua ricerca dell’impeccabilità perderà freschezza e finirai per tradirla. Spezzare le routine non è lo scopo del cammino, è solo un mezzo. La meta è essere consapevole. Tenendo questo in mente, un’altra definizione dell’agguato è “un’attenzione inflessibile su un risultato totale”.

– Quel tipo di attenzione su un animale dà come risultato una preda di caccia. Se l’applichiamo su un’altra persona produce un cliente, un discepolo o un innamoramento. E su un essere inorganico ci offre quello che gli stregoni chiamano un “alleato”. Ma solo se applichiamo l’agguato su noi stessi, può essere considerato un’arte tolteca, perché a quel punto produce qualcosa di prezioso: coscienza.


Se vuoi fare agguati, osserva te stesso. Tutti noi siamo eccellenti cacciatori, l’agguato è un nostro dono naturale. Quando sentiamo i morsi della fame, ci ingegniamo; i bambini piangono e ottengono ciò che vogliono; le donne intrappolano gli uomini e gli uomini si vendicano tra loro, raggirandosi nei loro affari. L’agguato è riuscire ad uscirne come vuoi tu.

– Se ti rendi cosciente del mondo in cui vivi, comprenderai che mantenersi attenti ad esso è un tipo di agguato. Siccome l’abbiamo imparato da prima che si sviluppasse la nostra capacità di discriminazione, lo diamo come fatto naturale e quasi mai lo mettiamo in discussione. Ma tutte le nostre azioni, anche le più altruistiche, in fondo sono imbevute dello spirito del cacciatore.

– L’uomo ordinario non sa che sta in agguato perché il suo carattere è stato soggiogato dalla socializzazione. E’ convinto che la sua esistenza sia importante, quindi le azioni che fa sono al servizio dell’importanza personale, non dell’aumento della sua coscienza.

Più che accumulare informazioni, ciò che cerca è ricompattare l’energia. Un guerriero è qualcuno che ha imparato ad andare a caccia di sé stesso e non sostiene più un’immagine pesante da mostrare agli altri. Nessuno può accorgersi di lui se lui stesso non vuole, perché non ha attaccamenti. È più in alto del cacciatore, perché ha imparato a ridere di sé stesso.

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Continuò dicendo che, dato che il problema dell’importanza è una questione personale, ogni guerriero deve adattare l’insegnamento alle sue condizioni. Quindi le tecniche dell’agguato sono estremamente flessibili. Ma l’addestramento è lo stesso per tutti e si riduce a liberarsi dalle routine superflue e ad acquisire la sufficiente disciplina per riconoscere i segnali dell’intento. Entrambi questi successi costituiscono vere imprese di carattere.

– Il miglior modo di acquisire quel grado di disciplina e aver a che fare attivamente con un pinche tiranno.

Un pinche tiranno è qualcuno che ci rende la vita impossibile.

… a causa dell’alto livello di importanza che ci concediamo, chiunque sia in posizione di infastidirci funziona per noi come tale. Lungi dall’evitarlo, dobbiamo affrontare, non il tiranno in se, ma la nostra propria stupidità.

– Il pinche tiranno è necessario perché la maggior parte di noi siamo troppo pigri per cambiare da noi. Egli fa muovere la fissità del nostro “io” facendo si che affiorino le nostre debolezze. Ci fa vedere la verità, cioè che non siamo importanti, ed è disposto a dimostrarlo con le sue azioni. Imparare come trattarlo è il solo modo veramente efficace per affinare l’agguato.

I pinche tiranni abbondano, ciò che non abbonda è il fegato per andare a cercarli, agganciarli con un agguato e provocare la loro ira, ponendoci a loro tiro e al tempo stesso macchinando strategie demolitrici. Passiamo la vita fuggendo dalle situazioni che ci producono dolore, irritazione, paura o sconcerto. In questo modo ci perdiamo uno degli strumenti più preziosi che lo spirito ha messo sulla nostra strada.

– Quale è la strategia per affrontare quel tipo di nemici?

– Soprattutto non vederli come nemici; sono involontari alleati della tua causa. Non perdere di vista che la battaglia non si fa per l’ego, ma per l’energia. L’importante è vincere, non che l’altro perda. Un pinche tiranno non lo sa, questa è la sua debolezza.

 

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