Un criminale (stupratore, pedofilo) può autorealizzarsi?

ARTICOLO RISERVATO A UN PUBBLICO ADULTO

Vediamo di versare anche oggi  una sana dose di acido sopra il vostro ego infantile.

Ormai do per scontato che la maggioranza dei lettori possiede un sistema cognitivo completamente scassato, e più è scassato più scassano la minchia. Per dirla tutta, la maggioranza non possiede un sistema cognitivo ma un sistema rincoglionitivo. E questo non vale solo per i lettori di questo blog, ma per l’intelletto del gregge umano in generale.

L’unico motivo per cui alcuni si trovano qui è per “ottenere” qualcosa: un ebook gratuito, una risposta, un conforto, un suggerimento spirituale, un chiarimento, una spiegazione.

Molti non hanno capito che qui al massimo otterranno l’azzeramento delle loro aspettative.

Per togliermi dai piedi inutili visitatori propongo uno scenario grottesco.

Supponiamo che il sottoscritto, autorealizzato, sia il peggior esemplare di essere umano.

Supponiamo che abbia fatto qualcosa di atroce, tipo un’atrocità che trovate in un sito come “Deep Gore Tube”  – non aprite il link se siete soggetti sensibili (Deep Gore Tube) – filmati con contenuto brutale (https://goresee.com) – apertura del link a vostro discapito…

La provocazione del giorno verte su questa riflessione: se un’autorealizzato compie un’atrocità, è davvero autorealizzato?

Nella mia versione di autorealizzazione la risposta è affermativa. Ma nella versione dell’autorealizzazione che vi hanno venduto, propinato, offerto altrove, la risposta potrebbe essere negativa.

Qual è la versione corretta?

Anzi, la domanda interessante è: se, solo per ipotesi, fossi un criminale, uno stupratore, un pedofilo, un pazzo seviziatore, continuereste a darmi corda? Continuereste a leggere questo materiale? Continuereste a fidarvi di me? Continuereste a seguirmi pur sapendo che avete a che fare con un predatore disposto a pedinarvi, rintracciarvi e maltrattarvi?

Secondo me sì.

Scommetto che alcuni di voi sono talmente idioti o masochisti che si farebbero torturare pur di ottenere qualcosa in cambio, pur di soddisfare le curiosità del proprio stupido ego; pur di ricevere un apprezzamento, un complimento, una conferma, vi fareste fare o dire di tutto.

Quello che voglio farvi capire, in modo effettivamente subdolo e contorto, è che il vostro ego, a vostra insaputa, vi sta spingendo nelle situazioni peggiori per voi.

Il vostro ego, che è un piccolo predatore, vi sta spingendo verso altri predatori.

I predatori sono dappertutto e di solito non lo ammettono spudoratamente come ho finto di fare qui.

Se un predatore vi fa comprendere di essere un predatore vi conviene alzare i tacchi. E fidatevi, i predatori son praticamente dappertutto.

Ci sono tanti predatori quante le prede pronte ad essere predate. E i peggiori predatori non li vedete a occhio nudo. Se la vostra attenzione viene agganciata da un predatore, se non siete addestrati interiormente o se la vostra struttura energetica è debole, allora siete delle facili prede e dunque siete già spacciati.

Tutto questo discorso per dire che l’autorealizzazione non è sinonimo di apertura del cuore, compassione, misericordia.

Comunque, per tranquillizzarvi, chiariamo che non sono interessato a interagire con nessuno di voi. Non nutro nessuna malevolenza nei confronti di nessuno, ma se anche fosse, questo non inficerebbe l’autorealizzazione.

L’autorealizzazione va ben oltre ciò che uno pensa, sente, dice o fa.

(ZeRo)

 

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Quasi quasi faccio il tifo per Klaus Schwab e per il Grande Reset

Di solito non mi sbilancio quasi mai, non sono uno da tifoseria, ma se dovessi confrontare l’atteggiamento dell’uomo comune con le manovre dei suoi piccoli tiranni farei probabilmente il tifo per i piccoli tiranni che opprimono l’uomo comune. Se fosse un match di pugilato punterei sul vincente, e ovviamente l’uomo comune non ha chance.

Vorrei che la battaglia fosse meno impari, meno prevedibile e più stimolante, ma malauguratamente non è così.

Dato che parlo spesso di azzeramento non dovrebbe stupire nessuno se simpatizzassi per il Grande Reset di Klaus Schwab. Ovviamente l’azzeramento a cui mi riferiscono non ha nulla a che fare con quello di Schwab, però, vedendo la condizione in cui riversa l’umanità, viene spontanea un’associazione mentale con quella stramba e perversa versione di azzeramento.

Per comprendere la mentalità del sottoscritto vi dico che se fossi un personaggio del romanzo 1984 di Orwell sarei O’Brien, il tizio che si occupa di mettere sotto pressione la mente del povero Winston, obbligandolo a superare la sua paura peggiore. In fondo O’Brien potrebbe anche essere visto come un mentore, una guida (un po’ crudele) che voleva rafforzare e mettere alla prova la mente del protagonista. So che questa mia interpretazione è leggermente forzata, ma ci può stare.

Il mio addestramento verso il disincanto lo vedrei proprio così, come un attraversamento del proprio inferno interiore. E i piccoli tiranni di questo mondo servono per invitare ogni coscienza addormentata al passaggio dall’incubo al Risveglio.

Se rifiutano il Risveglio si meritano un altro incubo.

Ecco svelato il motivo per cui farei il tifo per i piccoli tiranni; sono la versione attuale di O’Brien; sono dei catalizzatori (grotteschi) di un potenziale mutamento di mentalità individuale e collettiva.

 

Comunque la questione è anche più semplice.

Se ragioni da schiavo, ti meriti di vivere da schiavo.

Se ragioni come un robot, cioè se non ragioni, ti meriti di essere rimpiazzato da un robot.

Se non rompi i tuoi incantesimi, ti meriti di farti incantare e incatenare dal prossimo incubo.

Tutto qui.

(ZeRo)

Vale la pena entrare in un’organizzazione esoterica tipo la massoneria?

Non appartengo a nessuna loggia, lignaggio, tradizione, ma so che qualcuno si sta chiedendo se vale la pena entrare in una struttura del genere o se vale la pena ricevere un’iniziazione da un Guru.
Qualcuno si chiederà:
Non è troppo tardi?
Non è tutto deviato e deviante?
Aveva ragione René Guénon?
L’iniziazione non potrebbe rivelarsi una contro-iniziazione?
La degenerazione non avrà già raggiunto il midollo di ogni loggia, ogni gruppo, ogni organizzazione?
Boh, per me il punto non è quello.
Il punto è che la deviazione non sta nella massoneria, nella loggia, nell’organizzazione esoterica. La deviazione sta nel mondo stesso.
Il mondo, che molti di voi considerano la realtà, è un’allucinazione collettiva.
Non c’è il mondo come realtà esterna.
Il vostro mondo è un mondo di apparenze.
Tutto ciò che sorge nel mondo delle apparenze è un abbaglio, un errore percettivo, una trappola di Mara (direbbero in Oriente).
Vediamo di semplificare ulteriormente.
Il mondo è l’inferno.
Il corpo fisico è l’involucro degli spiritelli indemoniati che abitano questo inferno.
Le strutture che trovate in questo mondo, incluse molte strutture esoteriche, sono strutture erette da questi spiritelli per mantenere la loro dimora qui.
Teoricamente siete quasi tutti già posseduti da questi spiritelli indemoniati e l’unica chance che avete è il disincanto dal mondo delle apparenze.
Il problema non è entrare in qualche loggia, avere un’iniziazione, recarsi in un luogo sacro, sacralizzare il proprio corpo fisico. Il problema è fare uscire lo spiritello che c’è in voi, il conoscitore fittizio che vuole possedere il corpo, il vostro io che scimmiotta Dio.
Comunque il vostro dubbio è comprensibile. In effetti da soli non ce la potete fare. Serve qualcosa d’altro. Ma quel qualcosa d’altro, per intervenire, necessita della vostra apertura.
Potete aprirvi a questo mondo, agli spiritelli indemoniati, a qualunque deviazione, degenerazione, mania di onnipotenza.
Oppure potete aprirvi a ciò che chiamo “Oltre”.
E quando vi aprite all’Oltre avrete ovviamente bisogno di qualcosa che non è di questo mondo.
Ma dato che sicuramente sto comunicando con degli spiritelli indemoniati ossessionati da questo mondo di apparenze, è inutile aggiungere altro. Nel dubbio fatevi fare un bell’esorcismo.
(ZeRo)
Per sessioni individuali contattatemi al modulo: https://risvegliodalsogno.wixsite.com/risveglio

Ma tu sei un Nagual?

Tempo fa avevo involontariamente indispettito un pinco pallo qualunque.
Questo tizio, con tono stizzito, beffardo e semi-minaccioso, mi chiese se io sono un Nagual.
Punto primo, se uno è un Nagual ne te lo va a dire, non lo spiffera via email, e probabilmente non gliene frega nulla di farsi conoscere in giro da qualche ridicolo personaggio sociale o virtuale.
Punto secondo, se uno fa lo sbruffone con uno stregone allora ha trovato il posto giusto per cercare rogne. Non si gioca con la stregoneria. Non ho voglia di dilungarmi, ma se vi piace la via del guerriero spirituale, e se accettate una dritta da un amico, vi consiglio di valutare la vostra condizione interiore prima di attaccare, minacciare, provocare qualcuno. Ve lo dice uno che adora le provocazioni e apprezza le sfide.
Non importa di chi si tratti, può trattarsi della nonnina, della suocera, del vicino di casa, del collega, dell’utente virtuale; in ogni caso non sapete chi c’è dall’altra parte. Non potete sapere se qualcuno ha stretto un patto segreto. Non potete sapere se si occupa di occultismo. Non potete sapere se in termini esoterici è in grado di farvi il culo a strisce.
Accidentalmente potreste davvero beccare un Nagual, ma non uno di quelli buoni, benevoli, misericordiosi, ma un mago nero, o un semplice praticante di stregoneria o di arti occulte. E in quel caso state certi che l’energia che avete mosso, o che avete accidentalmente scagliato contro qualcuno, ritornerà a voi, con gli interessi.
Occhio a quello che dite o a quello che scrivete nei commenti, alle battutine, all’istigamento. Se volete delle brutte sorprese quella è la strada più sicura.
Vi sto dicendo di tenere a bada la vostra lingua, le vostre dita, i vostri pensieri, perché i migliori predatori passano quasi sempre inosservati. E se fate ingenuamente le prede, prima o poi salterà fuori un bel predatore. Non siate così sprovveduti da farvi predare anche online.
C’è una bella differenza tra buttare una rete per catturare delle prede, come in fondo potrei fare io, anche se non è così, e buttarsi a capofitto in una rete da predatore, come potreste fare voi.
Prima di fare i galletti, leggeteveli almeno due libricini di alchimia, esoterismo, magia cerimoniale, chaos magick e compagnia bella. Poi, se volete, passate pure alle sfide. Ma almeno addestratevi un pochino, altrimenti siete proprio dei fessi e vi meritate di essere predati spietatamente.
Prima di scassare i coglioni a qualcuno, premunitevi di qualche minchiata esoterica: un sigillo, una piccola protezione, un mantra, una preghierina propiziatoria, perché se venite attaccati psichicamente, astralmente, energeticamente, non è che vi arriva la notifica sul telefonino.
I predatori, i maghi neri, non vi avvisano verbalmente, non vi chiedono il permesso per intrufolarsi in casa vostra o nella vostra mente.
La presenza malevola approfitta del primo fesso con la guardia abbassata, e appena trova un pertugio, si infiltra, attecchisce, infierisce sul primo punto debole che individua.
Si tratta semplicemente di una guerra e voi potreste trovarvi sbadatamente nel campo nemico.
Ma probabilmente la spiritualità spiccia vi ha talmente rimbambiti da rendervi più fragili e rammolliti di prima.
Se l’idea di occultismo vi spaventa, o se siete troppo pigri per recitare qualche formula di magia cerimoniale, tenetevi almeno qualche quadrifoglio portafortuna, un po’ di peperoncino, un ferro di cavallo contro la sfiga, perché di sti tempi potreste averne bisogno.
P.S.
Se mi permetto di scrivere certe cose, con un certo tono, è perché ho incontrato sufficienti predatori o maghi neri, e ho sopportato abbastanza sfide per poter muovere un po’ di energia in questo modo. Tra l’altro non sono così fesso da polarizzarmi o da caricare questa energia di malevolenza. La polarizzazione e lo scaricamento energetico lo lascio alle mie prede.
(ZeRo)

Per sessioni individuali contattatemi al modulo: https://risvegliodalsogno.wixsite.com/risveglio

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Pronti alla prossima ondata di ignoranza?

Per alcuni alchimisti rinascimentali la saggezza era una corazza che proteggeva l’individuo da diversi pericoli, minacce e attacchi (psichici, energetici e anche fisici o biologici). Al contempo consideravano l’ignoranza alla stregua di una qualunque altra malattia, forse peggio di qualunque altro virus. Sicuramente peggio di qualunque variante Covid.

Se ti dicessi che l’ignoranza è una forza o una sostanza in grado di influenzare ogni cellula del corpo, prenderesti più seriamente la questione?

Se ti dicessi che l’ignoranza è in grado di tramutare un timore in un tumore, prenderesti seriamente questo messaggio?

Così come l’ignoranza è una forza debilitante, la comprensione profonda è una forza riabilitante.

Così come l’ignoranza esercita un influsso sulla tua vita, così la saggezza esercita un altro influsso.

Verità, saggezza, comprensione sono sempre state viste come nozioni astratte, prive di concretezza, utilità, efficacia. E così vi hanno privato di un’armatura in grado di proteggervi, assistervi, guidarvi.

Ma non è mai troppo tardi. Siete ancora in tempo per rivalutare tutta la vostra esistenza, gli accadimenti personali e collettivi, gli eventi mondiali, la storia, il passato, il presente e il futuro.

Potete rivalutare tutto con l’ignoranza oppure potete rivalutare con la comprensione profonda.

In questi miei 40 anni ho rischiato la vita un numero sufficiente di volte per poter sostenere che questa scelta può salvarvi la vita.

Una parte di voi sa che scegliendo – di nuovo – l’ignoranza state scegliendo qualcosa di decisamente indesiderabile, e visto l’andazzo, fossi in voi non farei cazzate. Non in questo periodo. Oramai è evidente quello che sta per accadere; la trama della loro rete è talmente enorme che per rimanere impigliati bisogna volerlo, meritarselo, richiederlo.

Se potete, non peggiorate la vostra situazione. Ora non è più questione di tamponi, mascherine, virus, antibiotici. E’ questione di schierarsi da un lato (ignoranza) o dall’altro lato (comprensione).

Schierarsi per l’ignoranza vuole dire schierarsi per la propria dannazione.

L’ignoranza, oltre a indebolire il sistema nervoso e avvelenarvi psico-emotivamente, richiama presenze che sarebbe meglio tenere a debita distanza.

Mio padre attualmente è ricoverato al reparto malattie infettive con una polmonite da legionella. Oramai è fuori pericolo, il responso del medico è rassicurante, ma quando mi chiedono cosa ne penso dico che non bisogna abbassare la guardia perché il pericolo è un altro. Ovviamente quando parlo con i parenti non mi dilungo su questi argomenti, ma lascio intendere che non è solo questione di virus, batteri, parassiti.

Comunque sia, più che avvisare non si può fare altro che attendere.

Di certo se ne vedranno delle belle.

Per un po’ potrete dare la colpa al virus, al clima, alla guerra, al razzismo, alla politica, all’economia, ma prima o poi sarete costretti ad alzare il velo dell’ignoranza.

Uno ad uno verrete messi alla prova, testati, messi all’angolo.

Sarete costretti ad affrontare la sfida non sul piano esteriore, ma sul piano interiore.

Se non è questo giro, sarà il prossimo.

Sarete costretti ad inginocchiarvi, a rifuggire l’ignoranza e a ricercare una comprensione non superficiale ma profonda.

Cederete, piangerete, sanguinerete, verrete perseguitati da incubi.

Noterete la differenza tra l’allontanamento dall’ignoranza e l’avvicinamento alla comprensione.

Nel frattempo la Verità rimarrà al solito posto, immutabile, intoccabile.

Lei non ha fretta; può tranquillamente attendere l’estinzione di questa e altre generazioni.

Se non vi siete ancora mossi verso di lei, questa è la volta buona.

Correrete disperatamente alla sua ricerca.

La sofferenza diventerà intollerabile, e non avrete molte opzioni.

Sarà sconvolgente ma anche sorprendete.

Sarà che non sono un tipo compassionevole, o sarà che mi piacciono le sfide mortali, però trovo affascinante il modo in cui l’umanità viene messa sistematicamente alla prova.

Viene messa alla prova individualmente, collettivamente, psicologicamente, socialmente, fisicamente e spiritualmente. Alcuni comprendono il gioco, superano qualche livello, e in un modo o nell’altro si salvano. Altri sembrano non capire il gioco e rimangono sempre sullo stesso piano; ignorano i soliti indizi e ricadono nei soliti tranelli.

In conclusione, se vi chiedete quale sia il valore della saggezza, le prossime ondate di ignoranza vi toglieranno ogni dubbio sul valore della comprensione profonda. E se verrete travolti da quell’ondata, sappiate che siete stati avvertiti.

(ຊēr໐)

Nuovo Mondo alla Tolle, Mondo predatorio alla Castaneda oppure Mondo delle apparenze alla ZeRo?

Alcuni di voi potrebbero trovarsi in sintonia con il nuovo mondo descritto da Tolle.

Altri invece potrebbero vedere il mondo alla Castaneda, cioè come un ambiente predatorio, estremamente pericoloso, pieno di parassiti, trappole, criminali, malintenzionati, maniaci, molestatori, pervertiti, persecutori, delinquenti, forze avverse, vampiri energetici, etc… Per dirla alla Buddha, un mondo pieno di dukkha (dolore, sofferenza, disagio, malessere).

Altri ancora potrebbero aver realizzato di trovarsi in un mondo di apparenze. In una dimensione la cui consistenza corrisponde alla percezione globale di ciascun percettore.

Chi ha ragione?

Scopritelo da soli.

Se ci fossero solo due opzioni e dovessi scegliere tra il nuovo mondo alla Tolle e mondo alla Castaneda/Buddha sceglierei quello alla Castaneda/Buddha.

Ma visto che c’è una terza opzione, l’opzione zero, l’opzione mondo delle apparenze, opto per quest’ultima.

Se volete la mia modesta opinione, e ormai dovreste conoscerla, là fuori non c’è alcun là fuori, nessun mondo. Ciò che chiamate mondo è la percezione complessiva che voi avete di momento in momento. Quando questa percezione globale cambia, allora SEMBRA cambiare anche il mondo circostante. Questo cambiamento è soltanto apparente, ma per il momento non è il caso di addentrarsi nel discorso “apparenze esterne”.
Quel che dovete comprendere adesso è che voi non dovete cambiare né voi stessi né il mondo esterno perché in realtà non esiste alcun mondo esterno da cambiare.

Lo ripeto: VOI NON SIETE OBBLIGATI A CAMBIARE VOI STESSI E NEPPURE LE CIRCOSTANZE ESTERNE.

Eventualmente, se volete cambiare qualcosa, l’unica cosa da cambiare è la percezione globale che avete di tutto e tutti. Ma questo mutamento percettivo non è semplice come sembra. Il problema è che non vi hanno mai parlato di “mondo” in termini di “percezione globale”, di conseguenza siete rimasti percettivamente bloccati in un singolare globo, in una strana dimensione che chiamate mondo o realtà esterna. La difficoltà che incontrate nel risolvere i vostri problemi quotidiani sta soltanto nel fatto che non vi è chiaro il ruolo dei vostri costrutti mentali e il ruolo della vostra percezione d’insieme. Ma visto che non sono il vostro terapeuta di fiducia, non è mio compito risolvere i problemi di nessuno, mi limito a rimanere sul piano descrittivo.

Volendo semplificare il discorso si  può descrivere il mondo come una bolla percettiva in cui siamo inglobati un po’ tutti. Per dirla in modo artistico, il mondo è un canovaccio alla cui rappresentazione può partecipare chiunque.

 

Alcuni lo imbrattano solo in superficie per il gusto di sporcarsi le mani, altri vorrebbero marchiarlo profondamente, macchiarlo di sangue e di sperma, oppure sventrarlo e squarciarlo con impulsi aggressivi, altri ancora preferiscono tinteggiature emotive più delicate… ma alla fine è soltanto un acquerello in continuo mutamento. La bella rappresentazione di oggi, un domani, può diventare una brutta rappresentazione. Qualcosa di appetitoso, affascinante, desiderabile, può diventare un escremento.

Stando così le cose, e se le guardate bene stanno proprio così, capite da soli che non ha senso parlare di nuovo o vecchio mondo. Anzi lo stesso concetto di mondo – nel senso di realtà esterna immutabile – non corrisponde alla vostra stessa esperienza o alla percezione del corpo. Siete travolti da miliardi di sensazioni ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. In tal senso non è questione di voler aver ragione, ma di ignorare o non ignorare, di prendere consapevolezza o non prendere consapevolezza della propria bolla percettiva.

Il mondo di oggi può letteralmente, fisicamente, concretamente sparire in un batter d’occhio con un’esplosione nucleare, e dopo si potrebbe dare vita a qualcosa d’altro, a un mondo identico al precedente, peggiore o migliore; e in seguito, quel mondo potrebbe essere di nuovo azzerato, raso al suolo e riprogettato da zero.

Come ho scritto altrove, il sottoscritto non è qui per augurarvi un futuro migliore, o per farvi sperare in un’altra generazione di esseri disumani.

Non sono qui a motivarvi alla Tony Robbins, Roberto Re, Jordan Peterson. Non sono qui per esaltare una straordinaria umanità alla Sadhguru o per promettervi un nuovo mondo alla Tolle.

Sono qui soltanto per spingervi al disincanto.

Al disincanto dal mondo in cui credete di vivere; disincanto dalla storia personale di cui vi sentite protagonisti.

Sono qui per farvi riconoscere la fine del (finto, illusorio, teatrale, virtuale) mondo a cui siete tanto affezionati.

Sono qui per aiutarvi a non farvi ammaliare da nessun mondo, da nessuna apparenza esterna.

Sono qui per non farvi credere più a nessun promotore mondano e nessun promotore ultraterreno.

Sono qui per scuotere ogni fibra del vostro essere, dare un rapido scossone, produrre un micidiale blackout.

Con questi semplici messaggi la vostra coscienza, prima o poi, sarà costretta a rompere gli incantesimi che le hanno lanciato o che si è lanciata da sola. Il vostro intelletto verrà spinto ad un cortocircuito interno. Queste piccole spintarelle, pian piano, vi spingeranno oltre la percezione globale di voi stessi e del mondo.

I miei scritti sono finalizzati – tra le varie cose – a svincolarvi dalla vostra percezione abituale. A tal proposito riporto qualche frase tratta dalle mie precedenti trilogie.

“Uno degli obiettivi del libro sarà quello d’instradarvi verso LIEVI E SIGNIFICATIVE VARIAZIONI NEL VOSTRO MODO DI PERCEPIRE e di concepire voi stessi, il mondo, i sogni, la Realtà.”

(Tratto da “Risveglio dal sogno planetario – vol. teorico”)

“Lo scopo principale di queste esercitazioni è la NEUTRALIZZAZIONE DEL SISTEMA PERCETTIVO, cioè l’annullamento delle apparenti differenze percettive della mente ordinaria.

Facendoti leggere (ed interiorizzare) alcuni messaggi la tua mente andrà a cancellare – senza preavviso – la tua linea di demarcazione percettiva tra sogno e cosiddetta realtà.
Facendoti leggere (ed interiorizzare) altri messaggi, verrà cancellata anche l’immaginaria linea che delimita il tuo senso dell’io, il senso di essere quel che credi di essere, e ciò che sei veramente.
Bastano i giusti messaggi al momento giusto e boom!
L’abituale differenza percettiva viene annullata.
In questo modo i fantomatici effetti dovuti alle tue proiezioni e percezioni abituali verranno annullati, vanificati, resi inefficaci e innocui.”

(“Mente Vuota in Corpo Pieno – vol. pratico”)

P.S.

Se avete realizzato che “là fuori” non c’è alcun là fuori, dovreste (o dovrete) anche realizzare che “lì dentro” non c’è alcun lì dentro.

Niente è fuori, nessuno è dentro.

Le porte dell’infinito sono sempre rimaste aperte e spalancate fin dal principio… erano solo le vostre minuscole porte percettive a restringere, chiudere ed escludere un presunto spazio interno da quello esterno.
Tale distinzione, in realtà, non esiste.
Questo vuol dire che la porta della vostra prigione mentale è già aperta.
E allora, se la porta è aperta, non c’è alcuna prigione, nessun samsara, nessun inferno, nessuna Matrix da cui dovreste scappare.
Rassegnatevi e rallegratevi.
Siete nati essenzialmente liberi… e lo sarete a prescindere dalle sbarre immaginarie che continuate a proiettare là fuori o a percepire lì dentro.
Buona autoliberazione dal vecchio e dal nuovo mondo delle apparenze.

 

( ☠ ʐɛʀօ ☠)

Non riesci a smettere di fare qualcosa, mangiare, bere, fumare, scommettere, masturbarti? Prova a guardare agli effetti e chiediti se vuoi subirne le conseguenze

 

Ori ti mostrerò le foto di alcune persone, prima e dopo una dipendenza.

Non importa la dipendenza, l’importante è comprendere che avviene un mutamento che sfugge al proprio controllo.

La dipendenza più diffusa al mondo è quella del pensiero frenetico, incessante, costante; pensare sempre a se stessi, al passato, al futuro; preoccuparsi di chissà chi per chissà cosa.

Se ti dicessi che dietro qualunque dipendenza e qualunque ossessione si trova un’altra dipendenza primaria, la dipendenza dalla propria mente, prenderesti sul serio questo discorso?

Supponi che questa dipendenza dalla tua mente possa provocare un effetto simile a quello che vedi di seguito. In tal caso valuteresti diversamente il rapporto con la mente?

Tenteresti subito di disintossicarti dalla mente. E sarebbe la scelta più saggia, sensata, opportuna che tu possa fare.

Ti salveresti letteralmente la vita.

Ora guarda quali sono gli effetti concreti dell’ossessione mentale con se stessi, con la propria auto-immagine, con il proprio ego, con i giudizi, con le proprie illusioni o con le illusioni altrui.

Guarda cosa fa il parassita psichico.

Questa persona potresti essere tu, tra qualche mese.

Questo parassita non risparmia nessuno.

Ti consuma lentamente dall’interno.

 

Ma non deve necessariamente finire così.

Chiediti se vuoi fare quella fine…

 

Non fare l’idiota.

Se vuoi puoi essere più furbo di qualunque parassita, qualunque dipendenza, qualunque tentazione, qualunque ossessione. E questa libertà comincia con un piccolo passo dopo l’altro.

I binari della pura consapevolezza sono già tracciati.  Devi solo decidere quando seguirli. E prima o poi sarai costretto a seguirli.

(ZR)

DARE FUOCO ALL’UOMO DI PAGLIA

L’uomo di paglia ha la coda di paglia.
Poveretto, non è colpa sua, l’hanno disegnato così; hanno prestabilito che lui deve avere quel nome, quel cognome, quell’età, quel debito, quel peccato, quella colpa, quel dovere, quella responsabilità, quell’obbligo.
Ma tu non sei l’uomo di paglia.
Tu non sei l’attore sociale.
Quella recita non ti riguarda.
Tu non sei quella persona.
Tu non sei quel fantoccio.
I suoi attributi non ti riguardano.
Non attribuirti i suoi attributi anagrafici, sociali, culturali, linguistici, giuridici, civici, legali, burocratici.
Hanno inventato una strana lingua per fotterti il cervello.
La loro lingua è il legalese.
Che lingua è? Che senso hanno quelle idiozie legalizzate da perfetti sconosciuti?
E’ una lingua fatta apposta per non farti capire un cazzo, e a quanto pare ha ottenuto ottimi risultati sul genere umano.
Ma se lo capisci davvero, capisci che non c’è nulla da capire.
Dimentica il legalese… non è la tua lingua.
Si tratta della lingua con cui hai apparentemente firmato la tua schiavitù.
Non dare mai il tuo consenso, non annuire, non dire di comprendere la loro lingua, non dargli ascolto. Se ti chiedono di dichiarare qualcosa, tu non dichiarare nulla. Piuttosto fai scena muta, fingiti sordo-muto, oppure inventa qualcosa, fingi come loro, fingi meglio di loro.
Nega qualunque accordo che sembra esserci con quel mondo di fantocci.
Non sei tenuto a dire o a dare niente a nessuno. Mai. In nessuna circostanza.
E se tu non stai al loro gioco, loro sono fottuti. Per sempre.
Visto che hai a che fare con dei pagliacci in giacca e cravatta, e visto che è una fiction sociale, tanto vale fingere per bene, no?
I loro sono soltanto viscidi tentacoli con cui vorrebbero agganciare la tua fragile psiche.
Non farti agganciare psicologicamente.
Si tratta soltanto di uno spauracchio; misera paglia, scartoffie, carta igienica.
Si tratta di un enorme spaventapasseri costruito per terrorizzare e impagliare gli uomini e le donne di paglia.
Per millenni le coscienze addormentate hanno vissuto in un mondo di paglia, e da brave pecorone hanno mangiato paglia, hanno venerato la paglia, si sono sacrificate per un mucchio di inutile paglia, scodinzolando la loro stupida coda di paglia.
Cosa ti ha dato di concreto tutta quella paglia?
Non attribuirti nessuno degli attributi che il mondo, la società, la famiglia, gli amici, i conoscenti ti attribuiscono.
Non fare Fantozzi.
Non fare l’uomo di paglia.
Perché se fai l’uomo di paglia avrai la coda di paglia; sentirai una paura che non ti appartiene, ti verrà attribuita una responsabilità che non hai, una colpa che non è tua; ti verranno messe in bocca parole che non hai pronunciato, intenzioni che non hai avuto; debiti economici, religiosi, karmici, che non hai accumulato.
Se loro vogliono giocare all’uomo di paglia sono liberi di farlo.
Ma tu non sei più tenuto a identificarti con quel nome, quel cognome, quel ruolo sociale, quel ridicolo personaggio, quelle regole.
E se non sei l’uomo di paglia, perché continuare a pensare come lui?
Perché non dargli fuoco?
Se non sai da dove cominciare, inizia con la tua coda di paglia.
Dagli fuoco. Sbarazzati della paura che ti hanno messo addosso.
Tanto alla fine è solo paglia…
Quanto valore può avere un’esistenza fondata sulla paglia?
Quale senso può avere una vita fondata sulla paura?
Comincerai a vivere davvero soltanto quando darai fuoco alla tua fottuta coda di paglia.
( 【Z】【e】【R】【o】 )

Ed estinzione sia…

La folle folla ti dice:
Puoi scegliere di unirti al nostro mondo artificiale oppure puoi insistere, testardo, che… cosa?
Che dovremmo ripensare il modo in cui il mondo intero gestisce le sue faccende?
Mai!
Che dovremmo ricominciare da zero?
Te lo scordi.
Che dovremmo riconoscere la fiction umana e rompere i nostri incantesimi?
Che tu sia maledetto… piuttosto scegliamo l’estinzione.
Ed estinzione sia.
(ZR)

La cospirazione contro la razza umana – di Thomas Ligotti

Nell’opera “La cospirazione contro la razza umana” di Thomas Ligotti il cattivone di turno, il criminale, il cospiratore, l’aguzzino della tragica vita umana non è una soprannaturale forza maligna, non è Satana, non è un gruppo di alieni, non è il governo oscuro, non sono gli Illuminati, non è l’intelligenza artificiale di Terminatornon sono gi Arconti, non è il Demiurgo.
Il carnefice siete proprio voi stessi, o meglio la vostra stessa coscienza.
La sua tesi, per quanto discutibile, merita almeno una piccola riflessione. Buffo il contrasto di quel punto di vista con quello di chi loda la magnificenza della “Coscienza”. 
Ma al di là di quei due punti di vista, il due si sa già dove porta…
 
Fatta questa premessa, vediamo un estratto del libro di Ligotti.

Nel capitolo intitolato “Zombificazione”, Ligotti cita il filoso norvegese Zapffe e arriva a due centrali conclusioni riguardo ai problemi dell’umanità. La prima è che la coscienza era andata troppo oltre per essere un attributo tollerabile dalla nostra specie, e minimizzando questo problema siamo costretti a minimizzare la nostra stessa coscienza. Tra i tanti e vari modi in cui questo può essere fatto, Zapffe sceglie di dedicarsi a quattro principali strategie:

ISOLAMENTO. Per non vivere precipitando nella trepidazione, isoliamo i fatti terribili dell’essere vivi, relegandoli in un remoto comparto della nostra mente. Sono i nostri lunatici coinquilini che vivono nell’attico e la cui esistenza neghiamo in una cospirazione silenziosa.

ANCORAGGIO. Per stabilizzare le nostre vite nelle acque tempestose del caos, cospiriamo per ancorarle in verità metafisiche e istituzionalizzate – Dio, Moralità, Legge naturale, Patria, Famiglia – che ci inebriano facendoci sentire solenni, autentici e al sicuro nei nostri letti.

DISTRAZIONE. Per evitare che le nostre menti riflettano sugli orrori del mondo, le distraiamo con un mondo di frivolezze e altra robaccia effimera. Il metodo più efficace per agevolare la cospirazione è l’impegno continuo, e chiede soltanto che le persone non perdano di vista l’obiettivo: i loro televisori, la loro politica estera, i loro progetti scientifici, le loro carriere, il loro posto in società o nell’universo ecc…

SUBLIMAZIONE. Dovremmo annullare la paralizzante paura da palcoscenico per ciò che potrebbe accadere anche ai corpi e alle menti più solide, e sublimare le nostre paure facendone un’aperta esposizione. Secondo Zapffe, la sublimazione è la tecnica utilizzata più di rado per cospirare contro la razza umana. Mettere in scena sia le devianze sia le abilità è ciò che i pensatori e gli artisti fanno quando riciclano gli aspetti della vita più penosi e snervanti in opere dove i peggiori destini dell’umanità vengono presentati sotto forma di intrattenimento estraneo e stilizzato. In così tante parole, questi artisti e pensatori confezionano prodotti che offrono una fuga dalla nostra sofferenza, attraverso una sua simulazione artefatta – una tragedia o una distrazione filosofica, per esempio.

In pratica questi stratagemmi sono dei tentativi per perdere coscienza di sé, come ubriacarsi, drogarsi, stordirsi in tutti i modi possibili per non pensare o non sentire la presenza di un lancinante dolore fisico/emotivo/sentimentale, un trauma o un semplice disagio passeggero.

Naturalmente, le teorie cospiratorie talvolta stuzzicano l’attenzione delle persone assennate, ma quando ciò avviene esse le trattano con diniego e scetticismo. È meglio immunizzare la propria coscienza da ogni pensiero orribile e spaventoso, così da poter continuare a vivere o sopravvivere e riprodurci come esseri paradossali – marionette che parlano e si muovono apparentemente da sole.

Come dire:  «Tenetevi per voi i vostri pensieri sconvolgenti. Nessuno vuole ascoltare quelle ansie che teniamo chiuse dentro di noi. Soffocate l’urgenza di andare in giro a raccontare a tutti le vostre sgradevoli scoperte e le vostre brutte rivelazioni. Seppellite i vostri dubbi sulla magnificenza dell’umanità e non lasciate tracce. E assicuratevi di continuare a tirare avanti pieni di ottimismo oppure andremo avanti senza di voi».

Questo è lo slogan strombettante della società.

L’alternativa, cioè un approccio più critico o meno ottimistico nei confronti della coscienza umana, verrebbe tacciato di maldicenza, pessimismo, calunnia, ostilità ai danni del genere umano.

Guai a chi tocca e mette in crisi la coscienza dell’uomo. Guai a chi ferisce il suo ego. Guai a chi considera l’uomo alla stregua di una semplice marionetta. Guai a chi mette in discussione la realtà, il valore, il significato del suo mondo.

(ZeRo)