Esiste un antico libro, ma antico davvero, che ci racconta attraverso una metafora avvincente la discesa – immersione meditativa dell’Anima attraverso i Sette Palazzi interiori e la successiva risalita – resurrezione come Anima rinnovata, maggiormente consapevole di sé stessa e della propria scala valori.
Questo libro è chiamato “La discesa di Inanna, regina del cielo e della terra dei Sumeri” ed è stato inciso in linguaggio cuneiforme su tavolette d’argilla nel terzo millennio a.C.
Da molti anni Giuliana Ghiandelli è una studiosa della Kabbalah, materia che afferma che “non si morirà di sapienza”.
Questa è una frase che può fare riflettere, in quanto non si impara mai abbastanza, ragion per cui ognuno di noi non deve mai affermare di sapere tutto.
Nella Kabbalah puoi trovare le risposte necessarie al tuo benessere, sia esso mentale-fisico-spirituale….
Chapter List (24 chapters):
Chapter 1: ChakraCabalistici
Chapter 2: Colophon
Chapter 3: Cabala e Chakra. Un percorso iniziatico
Chapter 4: Dedica
Chapter 5: Prefazione
Chapter 6: Introduzione
Chapter 7: Parte Prima
Chapter 8: La cabala
Chapter 9: Origine del settenario
Chapter 10: Alfabeto ebraico
Chapter 11: Albero della vita
Chapter 12: Primo Chakra delle radici
Chapter 13: Secondo Chakra del ventre
Chapter 14: Terzo Chakra dello stomaco
Chapter 15: Quarto Chakra del cuore
Chapter 16: Quinto Chakra della gola
Chapter 17: Sesto Chakra della fronte o terzo occhio
Chapter 18: Settimo Chakra della corona
Chapter 19: Conclusioni
Chapter 20: Parte Seconda
Chapter 21: Esercizi per stimolare i chakra
Chapter 22: Meditazioni sui chakra o percorso sui palazzi
Chapter 23: Bibliografia
Chapter 24: Note biografiche e professionali di Giuliana Ghiandelli
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Della Cabala si può dire che è l’esoterismo basato sulle Sacre Scritture ebraiche.
Esso insegna che, tutta la creazione è costituita da molti livelli di realtà: a partire
da quelli spirituali, invisibili, rarefatti; per poi arrivare a quelli grossolani quindi
materiali. Ognuno di questi mondi possiede una sua personale e indipendente
esistenza ma per costruire un tutto unico, ognuno di questi mondi deve essere
collegato col mondo sia precedente che successivo. Se è preso ad esempio, il
corpo umano, è riferito agli ultimi gradini della scala di creazione. Esso viene
tenuto in vita, dall’anima animale o vitale, Nefesh, è il tipo di anima che si ha in
comune con gli animali; poi a sua volta riceve energia dallo Spirito Superiore,
Ruach, sede dei sentimenti umani con i suoi ideali e aspirazioni altruistiche.
Essendo l’anima animale, Nefesh, e il corpo due entità molto diverse funzionano
con due tipi di energie, strumenti particolari li connettono e, inoltre, permettano
lo scambio di vitalità ed informazioni da un piano all’altro. Questi trasformatori
di energie nella tradizione orientale sono denominati “Chakra” che nel loro senso
letterale si traducono in “ruote”, i principali sono sette.
Il nome “ruota”, deriva dal fatto che osservandoli assomigliano a dei mulinelli
vorticosi, composti da diversi flussi energetici e ad ognuno appartiene un suo
colore dominante. Il fenomeno di vortice è formato grazie al passaggio di grandi
e grosse quantità energetiche, che percorrono i vari piani attraverso delle
aperture relativamente piccole.
La Cabala conferma l’esistenza di questi centri, Chakra, e approfondisce il
significato con i gradini dell’anima. Infatti, la Cabala invita a “conoscere le
corrispondenze”, sistema che permette di scoprire la rete di legami invisibili, che
unisce i molteplici livelli di cui è composta l’esistenza. Nella Bibbia si trova
l’affermazione: “Adamo fu creato ad immagine e somiglianza di D-o” essa
stabilisce un’equazione valida in entrambi i sensi. Queste caratteristiche divine
possiedono sia un’equivalente nella coscienza umana sia nella Coscienza Divina.
Infatti, il corpo di Adamo era il riflesso di una determinata struttura presente in
quella parte della Consapevolezza di D-o che gli permise di creare il mondo che,
se pure nella sua unità e semplicità assolute, non si può mettere in dubbio la
creazione che possiede molteplici aspetti.
Uno degli aspetti è velato e inaccessibile, mentre un altro aspetto si presta
all’analisi, quindi si può farlo conoscere attraverso gli strumenti della mente
umana; questo si verifica in modo particolare se si usa la parte simbolica,
esoterica e intuitiva non solo quella razionale. Nell’ideare e realizzare la
creazione di D-o è stato sviluppato un piano generale: una specie di mappa di
tutti i mondi. Nella sua totalità prende il nome di Adam Qadmon o Essere
Umano Primordiale. Per meglio dire: la creazione possiede una forma ed una
struttura analoga a quella dell’essere umano. Tutto ciò non vale solo per quanto
riguarda l’anima ma anche per il corpo umano. Adamo quando si trovava nel
Giardino dell’Eden aveva il corpo eterno e luminoso, inoltre, ogni sua parte
aveva un corrispettivo preciso sia nel cosmo fisico sia in quello spirituale.
Questo è il motivo per cui, uno dei più antichi testi lo Sefer Yetzirah o Libro
della Formazione chiama le parti dell’anima con il nome di determinati organi
del corpo. Dopo il peccato commesso da Adamo ed Eva il corpo ha perso gran
parte della sua somiglianza con il Divino, ma del tutto, infatti, si è solo offuscata
perché si è rivestito della “pelle del serpente”, trasformazione che inganna
l’occhio con le sue apparenti cadute mortali. Tuttavia, quando la consapevolezza
si risveglia è in grado di scoprire: le somiglianze, le corrispondenze, le affinità
tra i mondi inferiori e quelli superiori. Uno dei più grandi Maestri Spirituali
riconosciuti nel passato, Giobbe, recitò: “dalla mia carne vedrò D-o”. Questo
spiega l’ordine che la struttura del corpo umano è in grado di insegnare dei
sublimi segreti della stessa struttura del Divino, o ancora meglio, della parte
Divina della Creazione, Adam Qadmon. Nel suo stato decaduto, il corpo umano
contiene i segreti profondi, inoltre, è l’insostituibile strumento attraverso il quale
si può agire nel mondo fisico in modo da permettere la rettificazione. Le parti
del corpo umano hanno delle controparti spirituali e le loro funzioni sono in
rapporto sincronico di tipo a-causale.
Mi spiego meglio: la teologia dice che la causa viene dal superiore, mentre
l’inferiore è l’effetto, ma sovente le azioni che si compiono nei piani inferiori,
anche se meno perfette, hanno influenze anche sui livelli più elevati. Proprio in
base a questo principio anche semplici esercizi fisici o particolari atteggiamenti
nel campo dell’alimentazione possono avere un effetto benefico nell’evoluzione
della consapevolezza.
Testo che analizza e valuta i sette invisibili incroci tra il traffico spirituale e
quello fisico, Chakra, ciò permette all’energia di salire e scendere nella scala
dell’esistenza. Nel corpo umano, è rimasto un segno preziosissimo per quanto
piccolo, dello stato eterno posseduto da Adamo e quando era nel Giardino
dell’Eden. Infatti, il ritrovamento e il potenziamento di questa parte così
preziosa, è uno dei compiti più importanti che si dovrebbe avere come obiettivo,
in questa esistenza. A questo proposito Isaia recitò: “…stenderà la mano sul
fiume e con forte vento lo aprirà in sette torrenti”. La spiegazione è ovvia: il
fiume è riferito al flusso dell’energia che circola nel nostro corpo in
continuazione per nutrirci e proteggerci. A sua volta, viene divisa in sette flussi
più piccoli ed ognuno di essi ha il suo tipo di energia particolare a seconda della
corrispondenza, così l’energia globale nutrirà il centro a cui corrisponde
sviluppando i meravigliosi doni che ha nascosti.
La Consapevolezza superiore, anche se unica, si esprime e differenzia in sette
raggi principali, paragonabili ai sette colori dell’arcobaleno che insieme formano
la luce bianca del sole. Nel corpo umano ogni Chakra rappresenta un “colore o
tonalità” particolare, riferito al modo in cui il soggetto vive, agisce, pensa, sente,
vuole e quant’altro inerente alla vita quotidiana.
Esaminerò i Chakra uno per uno con le corrispondenze del settenario, sia
presente nell’essere umano sia riferito alla ricchissima simbologia biblica e
cabalistica, quali: le sette braccia della Menorah, il candelabro del Tempio di
Gerusalemme. Questo è un simbolo molto importante in quanto rappresenta la
luce della sapienza, che si irradiava verso Israele e l’umanità. In ognuno di noi è
presente una potenziale Menorah, il nostro compito è quella di accenderla, e
curarne le fiammelle, controllando che non manchi mai l’olio e che la luce si
irradi sempre più verso il mondo.
ORIGINE DEL SETTENARIO
Il settenario è il più importante di tutte le divisioni. La tradizione cabalistica
afferma: “tutti i settimi sono beneamati” questo significa che esiste qualche cosa
di particolarmente prezioso e importante nel numero sette. Dal libro della
Formazione, Sefer ha-Zohar, si legge che le ventidue lettere dell’Alfabetico
Ebraico, sono i mattoni basilari di tutto l’edificio del creato. Ecco, come furono
utilizzate le lettere ebraiche: “Quando egli volle creare il mondo, tutte le lettere,
ma in ordine inverso, gli si presentarono. Fu la lettera Tav t che si presentò per
prima: Maestro dei mondi disse, ti piaccia servirti di me per operare la creazione
del mondo, dato che io formo la lettera finale della parola Emet che significa
Verità, incisa sul tuo sigillo, e poiché tu stesso sei chiamato Emet, conviene al
Re di cominciare con la lettera finale della parola Emet e di servirtene per
operare la creazione del mondo. Il Santo, sia Benedetto, gli rispose: Tu sei degna
in effetti, ma non conviene che io mi serva di te per operare la creazione del
mondo, perché tu sei destinata ad essere segnata sulla fronte degli uomini fedeli,
che hanno osservato la legge dalla Alef sino alla Tav, e ad essere così unita alla
morte, ed anche perché tu formi la lettera finale della parola Mavet che significa
Morte. Per queste ragioni, non mi conviene servirmi di te, per operare la
creazione del mondo. La lettera Tav uscì immediatamente. Entrò allora la lettera
Shin c e, dopo avere formulato la stessa domanda, essa fece valere l’iniziale del
nome Divino Shaddai, che è una Shin. Conviene, ella disse, servirsi dell’iniziale
del nome sacro Shaddai, per operare la creazione del mondo. D-o le rispose: in
effetti tu sei degna, tu sei buona e sei vera, ma dei falsari si serviranno di te per
raccontare delle menzogne, associandoti alle due lettere Quf q e Resh r, per
formare così la parola Schèqer, che significa menzogna. Da queste parole, risulta
che per fare accettare le loro menzogne, i mentitori sono obbligati ad unirvi
anche un principio di vero. E perciò la parola Schèqer che si traduce in
menzogna, è l’anagramma della parola Qescher, che significa nodo, fascio;
perché per accettare le menzogne il mentitore è obbligato a cominciare con il
dire una verità Shin, alla quale aggiunge poi la menzogna, Quf e Resh, in modo
da legare insieme queste due. Quindi, benché tu sia vera, lettera Shin, dato che i
tre Patriarchi saranno riuniti in te, non conviene mi serva di te per operare la
creazione del mondo, poiché tu sarai spesso associata alle due lettere Quf e Resh
che sono del lato cattivo, di quello del demonio. Quando la lettera Shin ebbe
inteso queste parole, uscì. Vedendo questo, le lettere Quf q e Resh r non osarono
presentarsi. La lettera Tzadde x entrò e formulò la stessa domanda,
richiamandosi al fatto che la parola giusto Tzadik applicata agli uomini e a D-o
comincia con la lettera Tzadde, così come sta scritto: Perché il Signore è giusto,
Tzadik, ed egli ama la giustizia Tzedaqoth. D-o le rispose: in effetti, tu sei giusta
o lettera Tzadde, ma non conviene che mi serva di te per la creazione del mondo,
dato che tu devi essere nascosta, per non dare appiglio all’errore. La tua forma
primitiva è, infatti, una Nun obliqua, principio femminile, sul quale viene a
unirsi una Yud, principio maschile. E questo è il mistero della creazione del
primo uomo, il quale fu creato a doppia faccia, due figure volte in senso inverso,
schiena contro schiena, ed è per questo che la Yud è presentata di schiena e non
di faccia, sia che guardi in alto, sia che guardi in basso. Anche tu, disse D-o a
Tzadde, sarai divisa un giorno in due, ma tu andrai altrove. La lettera Tzadde
uscì e se ne andò. La lettera Peh p entrò poi e formulò la stessa domanda,
facendo valere il fatto che la parola Peduth che significa Liberazione, quella
liberazione che D-o deve compiere un giorno nel mondo comincia con una Peh.
D-o le rispose: tu sei degna, in effetti, ma la parola Pescha, che si traduce in
Peccato, comincia ugualmente con una Peh. Tu hai la testa bassa, simbolo del
peccatore che, vergognoso, abbassa la testa e stende le braccia. Alla lettera ‘Ain
u, D-o rispose che essa comincia con la parola Avon, che si traduce in crimine.
Quantunque essa facesse valere il fatto che comincia ugualmente la parola
Anava che significa Modestia, il Santo, sia Benedetto, le disse: non mi servirò di
te, per operare la creazione del mondo. Quando essa uscì, la lettera Samek s
entrò e formulò la stessa domanda delle lettere precedenti, richiamandosi al fatto
che il versetto dove sta scritto: “il Signore sostiene tutti coloro che vacillano”
comincia con una parola, la cui iniziale è una Samek, che si traduce in sostegno.
D-o le rispose: è precisamente a causa della tua destinazione, che devi restare al
tuo posto, perché se io ti togliessi dal tuo posto, per servirmi di te per operare la
creazione del mondo, che avverrebbe di coloro che sono vicini a cadere, dato che
si appoggiano su di te? La lettera usci immediatamente. Alla lettera Nun n fece
valere il fatto che le parole Nora che si traduce in Timore e Nava che significa
bello, cominciano con questa lettera, D-o le rispose: ritorna al tuo posto, perché è
per causa tua se la Samek è tornata al suo posto. Tornando al suo posto,
immediatamente essa uscì. La lettera Mem m fece valere il fatto che è l’iniziale
della parola Melek che significa Re. D-o le rispose: è vero ma non mi servirò di
te per operare la creazione del mondo, dato che il mondo avrà bisogno di un Re.
Resta dunque al tuo posto, con le altre lettere che formano la parola Melek, cioè
a dire con la lettera Lamed l e con la lettera Khaf k, perché non è possibile per il
mondo restare senza Re. A questo punto la lettera Khaf turbata, discese dal trono
glorioso ed esclamò: Signore dell’Universo ti piaccia servirti di me per operare
la creazione del mondo, poiché io sono l’iniziale della parola che esprime la tua
gloria Kadoh che si traduce in Gloria. Quando la lettera Khaf lasciò il trono,
duecentomila mondi, così come il trono stesso, furono scossi, la scossa fu così
violenta che minacciò di fare crollare tutti i mondi. Il Santo, sia Benedetto, disse
allora a questa lettera: O Khaf, Khaf, perché persisti a restare qui? Torna al tuo
posto, perché non mi servirò di te per operare la creazione del mondo, poiché tu
sei l’iniziale della parola che esprime lo sterminio Kala, che significa sterminare,
torna dunque al tuo posto e restaci. Immediatamente la lettera Khaf uscì e fece
ritorno al suo posto. Entrò in seguito la lettera Yud y e formulò la stessa
domanda, facendo valere il fatto che essa forma l’iniziale del nome sacro. D-o le
rispose: è abbastanza per te d’essere incisa e marchiata in me stesso e di essere il
punto di partenza di ogni mia volontà, non conviene toglierti dal mio nome. La
lettera Tet f entrò a sua volta e formulò la domanda delle lettere precedenti,
facendo valere il fatto di essere l’iniziale della parola Tov che significa buono,
che è uno degli attributi di D-o, chiamato il buono e il giusto. D-o le rispose:
“non mi servirai per la creazione del mondo, dapprima perché il bene che tu
rappresenti, è chiuso e nascosto in te, così come sta scritto: o quanto è grande la
tua bontà nascosta a quelli che ti temono, quindi il bene riservato al mondo
futuro, di conseguenza non hai nulla in comune col mondo che voglio creare
adesso, in seguito perché è precisamente a causa del bene che nascondi in te, che
saranno infossate le porte del tempio nella terra, così come sta scritto: le tue
porte saranno infossate nella terra. E, infine, perché tu hai per vicina la lettera
Cheit, con la quale costituisci la parola che designa il peccato. È anche per
questa ragione, che le due lettere, Cheit j e Tet f non figureranno in nessuno dei
nomi delle dodici sante tribù, la lettera Cheit uscì immediatamente. Entrò in
seguito la lettera Zain z che formulò la stessa domanda delle lettere precedenti,
facendo valere il fatto di essere l’iniziale della parola che comincia il versetto
riguardante l’ordine del riposo sabbatico, così come sta scritto: ricordati di
santificare il giorno di Shabat. D-o le rispose: non mi servirò di te per operare la
creazione del mondo, perché tu sei l’immagine della guerra, poiché hai la forma
di una spada affilata e di un pugnale da guerra, simile a quello della lettera Nun.
La lettera uscì immediatamente. Entrò la lettera Vav w e formulò la stessa
domanda delle lettere precedenti facendo valere il fatto di fare parte del Nome
Sacro. D-o le rispose: è abbastanza per te e per la tua vicina, la lettera Hey h, di
figurare nel mio nome, di costituire il mistero racchiuso nel mio nome e di essere
incisa e marchiata nel mio nome. Così non mi servirò di te, per operare la
creazione del mondo. Entrarono poi le lettere Dalet d e Ghimel g e formularono
a loro volta, la domanda delle lettere precedenti. Rispose loro D-o: è abbastanza
per voi egualmente di restare assieme l’una a fianco l’altra, perché vi saranno
sempre dei poveri nel mondo, ai quali dare soccorso. E Dalat che significa
povertà, designa il povero e Ghamal che significa soccorrere, designa il
benefattore che assiste il primo. Restate, quindi, una a fianco all’altra affinché
una entri nell’altra. Entrò poi la lettera Beit b, dicendo: Signore dell’Universo, ti
piaccia servirti di me per operare la creazione del mondo, dato che sono
l’iniziale della parola di cui si serve per benedirti, Baruk che significa sia
benedetto in alto e in basso. Il Santo sia Benedetto gli rispose: è effettivamente
di te che mi servirò, per operare la creazione del mondo, e tu sarai la base
dell’opera di creazione. La lettera Alef a, restò al suo posto senza presentarsi. Il
Santo sia Benedetto gli disse: Alef, Alef, perché non ti sei presentata davanti a
me, come tutte le altre lettere? Essa rispose: Signore dell’Universo, vedendo
presentarsi davanti a te tutte le lettere inutilmente, perché mi sarei presentata
anch’io? Inoltre, come ho visto che hai già accordato alla lettera Beit questo
dono prezioso, ho compreso che non si addice al Re celeste, riprendere il dono
che ha fatto a un suo servitore per darlo a un altro. Il Santo sia benedetto gli
rispose: o Alef, quantunque sia la lettera Beit di cui mi servirò per operare la
creazione del mondo, tu avrai compensi, perché sarai la prima di tutte le lettere
ed io non avrò unità che in Te. Tu sarai la base di tutti i calcoli e di tutti gli atti
fatti nel mondo, e non si potrà trovare unità in nessuna parte se non nella lettera
Alef.
Da ciò si evince che il Santo, sia Benedetto, ha creato le forme delle grandi
lettere celesti alle quali corrispondevano le piccole lettere di quaggiù. È perciò,
le prime due parole della Scrittura hanno per iniziali due Beit, Bereshith Barà, e
le due parole seguenti due Alef, Aelohim Aeth, per indicare le lettere celesti e
quelle di questo basso mondo, le quali non sono in realtà, che le sole e medesime
lettere, con l’aiuto delle quali si opera tutto, nel mondo celeste e nel mondo di
quaggiù. Cabalisticamente i numeri non sono solamente entità quantitative, di
valore e significato o arbitrariamente scelto, ma hanno caratteristiche e qualità
indipendenti e personali dall’uso che gli esseri umani ne possono fare. Il
settenario, quindi la divisione in sette, proviene dalla parte entrale della
Coscienza o mente Divina che in Cabala si chiama “Gulgalta o Cranio” dove si
trova la sede la sede della “Beatitudine infinita” e quindi rappresenta il piacere
beatificato nella motivazione di D-o nel creare il mondo. Secondo l’antico testo
il Libro della Formazione o Sefer Yetzirà il settenario nel corpo umano ha la sua
sede privilegiata nel capo con le sue sette aperture: due occhi, due orecchi, due
narici, la bocca.
Il cervello è l’organo principale tra quelli che risiedono nella testa, si estende in
basso tramite il midollo spinale, pertanto la divisione per sette interessa tutto il
corpo in questo modo si formano i sette centri di consapevolezza, Chakra o
Palazzi. La parte superiore del settenario lo troviamo nel brano profetico: “il
fiume verrà aperto in sette parti”. Infatti, secondo il Libro della Formazione o
Sefer Yetzirà ai sette centri di consapevolezza, Chakra, corrispondono le sette
lettere doppie dell’alfabeto ebraico, si chiamano doppie perché possono essere
pronunciate in due modi diversi: uno forte e uno debole. Le sette lette doppie
sono: Beit b, Ghimel g, Dalet d, Khaf k, Peh p, Resh r, Tav t; e a loro volta
formano le varie dimensioni della realtà. Dalla lettera deriva un pianeta, un
giorno della settimana, un’apertura del volto. A questo livello si situano i sette
centri della consapevolezza, Chakra, cioè: le sette aperture dell’interiorità
superiore aprono le sette porte grazie alle quali la forza vitale superna fa
capolino nel mondo umano, poi le sette lettere doppie diventano i canali
attraverso i quali si riceveranno i sette doni fondamentali. È proprio grazie
all’apertura dei sette centri di consapevolezza, Chakra, che si potrà usufruire dei
sette doni, cosa più difficile nel caso in cui i Chakra siano chiusi o mal
funzionanti. Ogni lettera ebraica corrisponde a un numero, sommando le sette
lettere doppie il totale corrisponde al numero 709, numero che corrisponde al
valore di questa frase: “…non c’è fato zodiacale per chi risveglia in pieno la
consapevolezza del capo”. Il significato di questa frase è che è possibile, per
ognuno di noi, superare i limiti imposti dai: segni zodiacali, condizionamenti che
siano o no imposti di qualsiasi natura. Il loro buon funzionamento garantisce una
serie di vantaggi pratici e psicologici: più salute, meno tensione, migliore
utilizzo delle energie disponibili, successo nelle varie attività o imprese della
vita, senso di felicità, pienezza e appagamento. Inoltre, si possono raggiungere
degli stati meditativi, contemplativi e mistici. L’obiettivo delle sette lettere
doppie è quello di raggiungere l’Ain, il Nulla Trascendente e metafisico, che è
l’origine dell’abbondanza infinita, l’ultimo scopo di ogni meditazione. Nella
cultura cabalistica l’Ain corrisponde al livello dell’anima Chiah o Vita cosmica
che è il quarto livello dell’anima dal basso cioè lo stato di “Luce Avvolgente” il
più prezioso dei vari tipi di luce che sostengono la creazione. Conseguentemente
i sette doni delle lettere doppie sono i sette stati del “Piacere Avvolgente” stato
più oggettivo, stabile e duraturo, quindi facilmente sperimentabile dagli esseri
umani. I doni sono: Sapienza Chokma, Ricchezza Osher, Fertilità Zera, Vita
Chaim, Governo Memshalà, Pace Shalom, Grazie o Bellezza Chen. Ognuno di
questi doni corrisponde a una delle lettere doppie: viene ricevuto, sviluppato e
assimilato attraverso il relativo Chakra o Centro di Coscienza, pianeta, giorno
della settimana, apertura della testa. Oltre ai settenari appena citati si originano
anche i Cieli, Palazzi dell’esperienza mistica, Terre, Fiumi sacri, Mari, Deserti
ecc. Ora esaminiamo i Chakra, partendo dal basso per poi salire verso l’alto,
poiché si tratta di un cammino di risalita e di progressiva presa di coscienza. I
centri inferiori sono la sede delle funzioni primarie, appartengono sia agli esseri
umani sia agli animali; mentre quelli superiori hanno la prerogativa di chi dedica
la vita all’evoluzione per raffinare la consapevolezza
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