Importante = da importare, “portare dentro”.
darsi importanza = portare (dentro di te o in altri) un’immagine e sforzarsi di trattenerla integra/attraente.
Importante è qualcuno che si sente ricordato/riconosciuto dagli altri, uno che viene portato dentro qualcun altro, cioè qualcuno che si trova nella mente o nel cuore di altre persone.
Se sei un uomo ciò che cerchi di ottenere con i tuoi comportamenti è portare la tua immagine nella mente di una donna e far in modo che quell’immagine si fissi nel suo inconscio. L’atto di fissare un’immagine nella mente si chiama “impressionare”. Ciò che tutti vogliamo è lasciare “impressioni” positive negli altri, incrementare queste buone impressioni e contemporaneamente minimizzare le impressioni negative.
Appena qualcuno mi vede, mi saluta o mi sorride mi sento importante perché so che la mia immagine si è impressa positivamente nella mente dell’altra persona. Se invece – qualcuno che conosco – non mi parla (non riconosce la mia immagine), ecco che mi sento emozionalmente a disagio, mi sento infastidito perché mi percepisco poco importante (la mia immagine non risalta dentro l’altro). Siamo così maledettamente assuefatti dalle immagini e dalle impressioni che incosciamente l’unica cosa che desideriamo è far risaltare la nostra immagine nella mente degli altri cosicché quando ci vedranno gli si illumineranno gli occhi, ci accoglieranno a braccia aperte, in tripudio, ogni giorno in ogni circostanza.
Quando invece qualcuno rimane totalmente indifferente a noi ecco che ci rimaniamo male. La nostra auto-immagine non è stata validata da una parola formale o peggio ancora non mi hanno degnato neanche di uno sguardo. Se analizzi il comportamento dei tuoi amici noterai che spesso la comunicazione è caratterizzata e regolata da una quantità smisurata di smorfie inutili mediante le quali si valuta una serie di immagini (un viso, un corpo, un oggetto). E’ raro trovare qualcuno che ti guarda impassibile senza farsi scappare un mezzo sorriso di circostanza: che sia il barista, la commessa, il vicino di casa o anche un perfetto sconosciuto. Il (falso) sorrisetto di circostanza è quasi diventato un obbligo sociale. Se non lo fai si preoccupano – oppure ti licenziano. Al di là dell’ambito lavorativo, ciò che preoccupa – ciò che infastidisce – è il fatto che non hai dato valore alla loro immagine.
Appena una persona non si “crede!” più dentro la vita di qualcun altro ecco che si sente poco importante.
Da un punto di vista più ampio nessuno è davvero importante. L’importanza non è un dato di fatto ma è solo una percezione soggettiva derivata da una simulazione sociale. Una volta eri importante se la tua “immagine” veniva riportata in televisione o sui giornali. Al giorno d’oggi essere (o meglio credersi e quindi sentirsi) importanti significa trasportare una propria immagine virtuale – e quindi “trovarsi dentro” una mente individuale (fidanzato, moglie) o collettiva (internet, youtube, facebook, whatsapp).
Questo è il metro di misura dell’importanza: la collocazione di un’immagine virtuale. Questo significa che anche la tua percezione di importanza è puramente virtuale. La cosa interessante è che l’autostima dipende da questa percezione virtuale – dalla percezione d’importanza personale. Ma se l’importanza è un fattore puramente fittizio, fittizia la deve logicamente essere anche l’autostima – che appunto non è altro che una vaga stima, cioè un valore arbitrario per niente attendibile o realistico, che generalmente diamo a noi stessi.
In poche parole ti sto dando una super notizia: non devi più dare importanza alla percezione che hai di te, puoi fregartene dell’autostima, puoi andare oltre il sistema di valori in cui hai creduto, sistema che dipende esclusivamente dalla collocazione della tua immagine.
Rifletti su questo: se la tua immagine non fosse riconosciuta da nessuno, cioè se tu fossi considerato da tutti come un perfetto sconosciuto (un non-io, un non-Giovanni), ti preoccuperesti ancora di cosa pensano gli altri di te, cioè di Giovanni?
No!
Giovanni (la tua auto-immagine) non ti riguarda più, per cui qualsiasi opinione su Giovanni sarà insignificante.
Inoltre non avresti più il peso del mantenere una buona immagine di te, cioè non dovresti più sostenere il tuo ritratto sociale attraverso tipici schemi di comportamento. Qualsiasi tuo comportamento -anche i più estremi o peccaminosi – è ok.
Immagina che il mondo sia un museo d’arte e le persone siano gli oggetti in esposizione. Ogni individuo tiene davanti a sé un quadro con un ritratto personale. Supponiamo che la tua auto-immagine ti ritrae sorridente, allegro, disinvolto. Ogni volta che interagisci con gli altri stai portando questo ritratto in giro per il mondo. Quando invece sei per i fatti tuoi puoi posare quel ritratto, rilassarti (sentirti davvero bene) e comportarti come ti pare.
Forse non te ne accorgi, ma è tutta la vita che stai facendo degli sforzi immani per non far cadere questo ritratto ideale. Se dovesse rompersi, rovineresti l’autoimmagine che hai costruito negli anni e di conseguenza gli altri (i critici d’arte) svaluterebbero la tua identità artistica (immaginaria).
Quel che ti sto consigliando è distruggere il ritratto prodotto da te o dagli altri.
Devi accorgerti che la percezione che hai di te stesso non conta un fico secco, ovvero non altera ciò che sei realmente ma soprattutto non migliora la qualità della tua vita.
E’ meglio vivere serenamente e risultare antipatici a mezzo mondo che risultare simpatici al mondo intero ma vivere nell’ansia continua.
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Il rimedio per non dover più sostenere il ritratto personale e per non portarsi dentro immagini indesiderate ( cioè per rendere innocui e insignificanti tutti i pensieri fastidiosi) consiste nel togliere qualsiasi valore alla propria immagine, cioè non darsi più importanza!
Un’indicazione pratica è questa: Imparare a non modificare le impressioni negative, evitare la brutta abitudine di creare freneticamente impressioni positive negli altri.
Cancellare il database o l’archivio di immagini mentali non è possibile, però è possibile assegnare un differente valore a quei dati che circolano nel cervello. Più basso è il valore che siamo in grado di assegnare alle immagini interiori (pensieri/opinioni personali) o esteriori (opinioni altrui), minore sarà il loro impatto su di noi.
Se nel tuo database mentale non c’è nessuna immagine speciale/significativa, niente/nessuno è importante (vitale)
Non c’è riconoscenza “formale/convenzionale”.
Diventi divinamente irriverente (non provi riverenza, sentimento di profondo rispetto/ossequio nei confronti di qualcuno). L’irriverenza è una sensazione a dir poco favolosa.
In primis sei irriverente nei confronti della tua identità e poi nei confronti delle altre identità.
Quest’irriverenza è ciò che ucciderà l’ego ovvero il senso di importanza personale.
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