Autore: ZeRo
Fatti un favore… levati dal cazzo
Qualche giorno fa ho fatto un piccolo trasloco per aiutare un’amica. La signora in questione doveva spostare solo qualche mobile per cui mi sono messo brevemente a sua disposizione. Mentre spostavo la roba notavo l’estrema apprensione della signora. Monitorava ogni mio micro-movimento. Tutto doveva essere perfettamente in ordine. E fin qui nulla di male. Il problema è sorto quando la signora pretendeva di fare ciò per cui mi aveva contattato. Voleva fare ciò che non poteva fare, rischiando di farsi del male da sola. Ad ogni mio movimento seguiva una sua inutile reazione, un intralcio involontario dettato dai soliti ingredienti che dettano la condotta dell’uomo comune: presunzione, ansia, agitazione, preoccupazione, inquietudine. E più cercava goffamente di aiutarmi (ad aiutarla), più ostacolava l’aiuto che aveva richiesto.
Lei voleva davvero aiutarmi (ad aiutarla). Ma il suo aiuto, in questo caso, era totalmente inutile, controproducente.
Ogni due per tre le dovevo dire:
Non metterti li davanti
No, neppure lì
Spostati, per favore
Lascia stare, ci penso io.
Etc.
L’esempio della signora è un’ottima rappresentazione del concetto di ego, del senso dell’io, dell’importanza personale.
Traslando l’esempio possiamo dire che questa è la stessa dinamica tra voi e l’Universo, tra il vostro piccolo gps (goffo personaggio strillante) e il grande GPS (Grande Presenza Silenziosa o Grande Potente Spirito), tra ciò che vorreste ottenere e ciò che fate per ottenerlo.
Di solito non vi rendete conto che ciò che fate è l’ostacolo principale che si frappone tra voi e il vostro scopo.
E anche se smetteste di fare quello che fate di solito rimarrebbe comunque ancora un ostacolo, un ostacolo più sottile: il vostro modo di pensare. Ma non è finita lì. Anche se riusciste a pensare diversamente, a pensare positivo, o a smettere proprio di pensare, rimarrebbe un ulteriore ostacolo, ancora più sottile del precedente: il vostro modo di percepire, le tendenze residue che si sono accumulate negli anni.
Insomma, qualunque mossa facciate siete fottuti. Questo è il destino della coscienza addormentata. E non potrebbe essere altrimenti in quella condizione di incantamento o rincoglionimento.
Il buffo è che non lo fate apposta; siete talmente storditi dal riflesso mentale di voi stessi che non ve ne accorgete proprio.
Non vi accorgete che siete l’intralcio a ciò che vorreste perseguire.
Non vi accorgete che vi state quotidianamente auto-sabotando.
L’Universo, quando tenta di darvi un supporto, nota che intralciate il flusso cosmico, e allora vi dice:
Per favore spostati
Indietreggia un altro po’
Fermati
Lascia stare
Guarda che se rimani lì ti fai del male
Non interferire, lo dico per il tuo bene.
…
Se proprio siete recidivi, l’Universo usa un tono meno pacato:
Stai zitto e aspetta il tuo turno.
Cretino, non rompere i coglioni, non sei tu a dettare le regole.
Oh, coglionazzo, non hai ancora capito che ti devi levare dalle palle?
–
Purtroppo, a volte, quello diventa l’unico modo di comunicare con la vostra mente e farvi capire che voi siete la vostra stessa interferenza.
La signora alla fine si rese conto delle sue interferenze e si fece da parte per lasciarmi spazio.
La stessa cosa dovrebbe fare la vostra mente: dovrebbe rendersi conto che a volte – quasi sempre – si dovrebbe togliere dai piedi, mettersi da parte e lasciare spazio a qualcosa d’altro.
Dovete rendervi conto che il 90 % delle vostre azioni, delle vostre parole, dei vostri pensieri, dei vostri ragionamenti, delle vostre emozioni, dei vostri sentimenti, delle vostre iniziative, non servono a un emerito cazzo. Si tratta semplicemente di comprendere che state intralciando voi stessi. Quando vi sarà chiaro il modo in cui vi state costantemente sabotando, la smetterete spontaneamente, senza che ve lo debba dire uno psicoterapeuta, un prete, un Maestro, un guru spirituale.
Tutto ciò che dovete fare è non-fare, fare di meno, o per lo meno dovete rompere meno i coglioni a voi stessi e agli altri.
Fate un favore all’Universo… levatevi dal cazzo.
(ZeRo)
Per sessioni individuali contattatemi (senza ringhiare) al modulo: https://risvegliodalsogno.wixsite.com/risveglio
Ma non mi vergogno? … No, non mi vergogno.
Sapevo di stuzzicare l’ego di qualcuno con le mie stupide frecciatine, ma non credevo che bastasse così poco per mandare su tutte le furie qualche lettore. So di non rispettare i canoni di una guida spirituale altruista che si offre gratuitamente al ricercatore di turno e neppure i canoni di un bravo (educato, diligente) essere umano, ma non credevo che qualcuno prendesse davvero sul serio il mio ridicolo personaggio e se la prendesse per ciò che scrivo. Di seguito riporto una delle recenti interazioni virtuali. Si tenga conto che il 50% delle interazioni hanno questo tono; un motivo in più per stuzzicare i ridicoli personaggi che bazzicano da queste parti.
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Visitatore: Buongiorno volevo sapere come poter avere trattamenti personali. Grazie
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ZeRo: Ciao,
L’idea sarebbe quella di fornire un supporto ai lettori del sito. Se hai solo qualche dubbio e vuoi farmi soltanto un paio di domande chiedi pure; se invece vuoi fare qualcosa di più strutturato, fatto su misura a seconda della tua situazione, delle tue esigenze, problematiche, richieste, allora propongo delle sessioni di mezzoretta circa per 20€ cadauna.
A presto.
ZeRo.
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Visitatore: Si ce l’ho una domanda:
MA NON TI VERGOGNI? Se ti servono soldi vai a lavorare o chiedi l’elemosina. Che miseria…Grazie per le risate. (Ma chi vuoi far fesso?).
Pietà…
Comunque se ti servono 20€ non hai che da dirlo senza sta pagliacciata, vediamo…posso fare una colletta. Ecco possiamo intitolarla “Un morto di fame vuole far fessi gli altri (in Italia!!!), diamogli qualcosa. Servirà al buon gusto generale impedirgli di scrivere quel monte di cazzate da megalomane in delirio onnipotente. Così com’è è inguardabile, osceno, pietoso.
Ah coso, ma ripigliati che stai a fare delle figure che di peggio è difficile.
Ringrazia va
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ZeRo: Prego, anche per gli ebook gratuiti che hai scaricato, evidentemente non ti fa proprio schifo il mio materiale. Della serie sputiamo sul piatto… Comunque piacere mio. Ciao carissima.
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Visitatore: Vedi io sto scrivendo un documentario su ciarlatani spirituali, gente più valida di te, se ci tieni a finire in TV allora ti citerò. Se vuoi inviarmi altro materiale lo studieremo per creare una piccola clip anche per te (il deliro megalomane è così chiaro e risibile che potrebbe avere dell’attenzione da parte della commissione, ma ne dubito perché alla fine sei di una tristezza assoluta. Ecco a me fai una compassione assoluta, costretto a far figure barbine così… sono anni che studio i pagliacci italiani e non solo, e se vuoi migliorare ti darei dei consigli sicuri per strappare i soldini a gente che dovrebbe andare dallo psicologo. Per esempio se non ci metti nome cognome e faccia non farai un euro, stai sicuro, se altrimenti lavorerai sodo ripetendo le tue stronzate tutti i giorni, prima o poi arriveranno tanti bei soldini, non 20€. Devi puntare in alto, non importano i contenuti, ma certo devi eliminare quell’atteggiamento spocchioso, maleducato, volgare. Chiedi molto di più per quel poco che sai dire, ma devi essere simpatico, leccaculo delle vecchie suonate, non aggressività o iattanza. Insomma io ho molto da offrirti: vuoi apparire in reti nazionali, vuoi un consulto su come non morir di fame, vuoi ridurre l’importanza che ti dai rendendoti ridicolo? Son qua io carissimo. E ci sarò anche, come mi è già successo con tuoi colleghi italiani, quando mi confesserai di non poterne più, quando dirai che te ne vuoi liberare ma di non esserne capace. Comunque il consiglio che ti do è di lasciar perdere, muovere energie porta conseguenze difficili da gestire e le complicazioni anche legali sono imprevedibili. Un mestiere normale, l’elettricista per esempio, mi sembra più consono anche al tuo periodare popolare, sguaiato, maleducato. Quando vorrai ringraziare sarà ben accolto, nel frattempo ti auguro di liberarti da quell’Ego impazzito che ha imbrattato fin troppo.
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ZeRo: Bel periodare. Adoro il tuo stile. In fondo devi essere una persona simpatica perché mi hai strappato un sorriso . 😆 A presto, chiunque tu sia .👍
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Visitatore: Scusa a propostio tu ti valuti un Nagual? sei stato iniziato da qualche tradizione? sei un maestro spirituale? o sei uno straccione che cerca di fregare qualche soldino agli sprovveduti? che tenerezza mi fai!
Vedi, caro maestro spirituale, in Italia ci sono professionisti estremamente competenti riconosciuti ovunque, in questo panorama spunti tu, arrogante, cialtroneria, pezzente. Per pietà sparisci che mi viene da vomitare.
Etc.
Bambole Gonfiabili ripiene di “sé””me”
Prendo spunto da una risposta data a un lettore per sparare al volo due cazzate non-duali.
La frase in questione è la seguente: Se cerchi una sostituta non-duale (cioè vuota di sé) puoi provare con le bambole gonfiabili. Poi la riempi con il tuo “se”-“me”.
Novità 2023 – Nuove (e forse ultime) opere di ⱫɆⱤØ
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Le mie ultime due opere sono in fase di stesura.
- Corpo di Impressioni
- Nulla (in realtà) è mai accaduto
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Vista la mia pigrizia non so quando usciranno, ma una dovrebbe essere disponibile per la fine di quest’anno. In seguito, apparentemente, il mio ridicolo personaggio socio-virtuale dovrebbe ritirarsi per un po’ dal mondo. Per fortuna non sentirò la vostra mancanza, e voi, se siete davvero disincantati, non sentirete nessuna mancanza, mai, da nessuna parte, per nessuna ragione.
Questi miei ultimi volumi contengono qualche insegnamento apparentemente segreto che paradossalmente non ha nulla di segreto, a parte il fatto di essere trasmesso raramente, e quelle rare volte che viene trasmesso viene trasmesso male e ricevuto peggio.
Trattandosi di un insegnamento radicale, i volumi contengono messaggi, consigli, esercitazioni altrettanto radicali. So che si tratta di qualcosa di radicale perché ho conosciuto gente che ha praticato e meditato per anni, alcuni per 15 ore al giorno, e nonostante ciò non sono giunti a nessuna realizzazione radicalmente penetrante e profonda. Il valore di questo particolare insegnamento sta nel fatto che una profonda realizzazione può richiedere vite intere e non può essere ottenuta neppure vivendo nel miglior ashram del mondo, utilizzando la miglior pratica in circolazione, venerando il miglior santone del pianeta.
Il buffo è che in vita mia non mi sono mai impegnato davvero , ma questa volta tenterò di impegnarmi un po’ di più del solito soltanto per il gusto di produrre cortocircuiti neurali, fottere con il vostro intelletto, stravolgere la vostra percezione e mandare il vostro cervello completamente in pappa. Vi farò passare la voglia di esistere nei panni del vostro ridicolo personaggio. Mi spiace solo di non poter assistere di persona alla disfatta del vostro ego e alla conseguente crisi nervosa.
Un caro saluto, con zero affetto…
( ፚᏋᏒᎧ )
Per fortuna sono troppo pigro per fare il ricercatore spirituale
Pronti alla prossima ondata di ignoranza?
Per alcuni alchimisti rinascimentali la saggezza era una corazza che proteggeva l’individuo da diversi pericoli, minacce e attacchi (psichici, energetici e anche fisici o biologici). Al contempo consideravano l’ignoranza alla stregua di una qualunque altra malattia, forse peggio di qualunque altro virus. Sicuramente peggio di qualunque variante Covid.
Se ti dicessi che l’ignoranza è una forza o una sostanza in grado di influenzare ogni cellula del corpo, prenderesti più seriamente la questione?
Se ti dicessi che l’ignoranza è in grado di tramutare un timore in un tumore, prenderesti seriamente questo messaggio?
Così come l’ignoranza è una forza debilitante, la comprensione profonda è una forza riabilitante.
Così come l’ignoranza esercita un influsso sulla tua vita, così la saggezza esercita un altro influsso.
Verità, saggezza, comprensione sono sempre state viste come nozioni astratte, prive di concretezza, utilità, efficacia. E così vi hanno privato di un’armatura in grado di proteggervi, assistervi, guidarvi.
Ma non è mai troppo tardi. Siete ancora in tempo per rivalutare tutta la vostra esistenza, gli accadimenti personali e collettivi, gli eventi mondiali, la storia, il passato, il presente e il futuro.
Potete rivalutare tutto con l’ignoranza oppure potete rivalutare con la comprensione profonda.
In questi miei 40 anni ho rischiato la vita un numero sufficiente di volte per poter sostenere che questa scelta può salvarvi la vita.
Una parte di voi sa che scegliendo – di nuovo – l’ignoranza state scegliendo qualcosa di decisamente indesiderabile, e visto l’andazzo, fossi in voi non farei cazzate. Non in questo periodo. Oramai è evidente quello che sta per accadere; la trama della loro rete è talmente enorme che per rimanere impigliati bisogna volerlo, meritarselo, richiederlo.
Se potete, non peggiorate la vostra situazione. Ora non è più questione di tamponi, mascherine, virus, antibiotici. E’ questione di schierarsi da un lato (ignoranza) o dall’altro lato (comprensione).
Schierarsi per l’ignoranza vuole dire schierarsi per la propria dannazione.
L’ignoranza, oltre a indebolire il sistema nervoso e avvelenarvi psico-emotivamente, richiama presenze che sarebbe meglio tenere a debita distanza.
Mio padre attualmente è ricoverato al reparto malattie infettive con una polmonite da legionella. Oramai è fuori pericolo, il responso del medico è rassicurante, ma quando mi chiedono cosa ne penso dico che non bisogna abbassare la guardia perché il pericolo è un altro. Ovviamente quando parlo con i parenti non mi dilungo su questi argomenti, ma lascio intendere che non è solo questione di virus, batteri, parassiti.
Comunque sia, più che avvisare non si può fare altro che attendere.
Di certo se ne vedranno delle belle.
Per un po’ potrete dare la colpa al virus, al clima, alla guerra, al razzismo, alla politica, all’economia, ma prima o poi sarete costretti ad alzare il velo dell’ignoranza.
Uno ad uno verrete messi alla prova, testati, messi all’angolo.
Sarete costretti ad affrontare la sfida non sul piano esteriore, ma sul piano interiore.
Se non è questo giro, sarà il prossimo.
Sarete costretti ad inginocchiarvi, a rifuggire l’ignoranza e a ricercare una comprensione non superficiale ma profonda.
Cederete, piangerete, sanguinerete, verrete perseguitati da incubi.
Noterete la differenza tra l’allontanamento dall’ignoranza e l’avvicinamento alla comprensione.
Nel frattempo la Verità rimarrà al solito posto, immutabile, intoccabile.
Lei non ha fretta; può tranquillamente attendere l’estinzione di questa e altre generazioni.
Se non vi siete ancora mossi verso di lei, questa è la volta buona.
Correrete disperatamente alla sua ricerca.
La sofferenza diventerà intollerabile, e non avrete molte opzioni.
Sarà sconvolgente ma anche sorprendete.
Sarà che non sono un tipo compassionevole, o sarà che mi piacciono le sfide mortali, però trovo affascinante il modo in cui l’umanità viene messa sistematicamente alla prova.
Viene messa alla prova individualmente, collettivamente, psicologicamente, socialmente, fisicamente e spiritualmente. Alcuni comprendono il gioco, superano qualche livello, e in un modo o nell’altro si salvano. Altri sembrano non capire il gioco e rimangono sempre sullo stesso piano; ignorano i soliti indizi e ricadono nei soliti tranelli.
In conclusione, se vi chiedete quale sia il valore della saggezza, le prossime ondate di ignoranza vi toglieranno ogni dubbio sul valore della comprensione profonda. E se verrete travolti da quell’ondata, sappiate che siete stati avvertiti.
(ຊēr໐)
Gocce di disincanto – Emil Cioran rivisitato da ⓏⓔⓇⓞ (Estratto Ebook)
Ho preparato un ebook incentrato sul disincanto e quella che segue è una breve anteprima.
Ebook completo qui: https://payhip.com/b/zNYig
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“Ho forse la faccia di uno che deve fare qualcosa quaggiù?”
Ecco cosa avrei voglia di rispondere agli indiscreti che mi interrogano sulle mie attività.
(Cioran)
Nota di 乙乇尺ㄖ
Il disincantato ha la faccia di uno che non deve fare nulla o di qualcuno che fa di tutto senza aspettarsi niente. Non vi è alcun “devo o non devo”. Non vi è un bisogno viscerale di fare, dimostrare, esibire, competere, controbattere.
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Lo stesso sentimento di estraneità, di gioco inutile, ovunque io vada: fingo di interessarmi a ciò che mi è indifferente, mi dimeno per automatismo o per carità, senza essere mai partecipe, senza essere mai da nessuna parte. Ciò che mi attira è altrove, e questo altrove non so cosa sia.
(Cioran)
Nota di Ƶ€ᖇσ
Disincanto allo stato puro.
L’unica cosa che attirava la sua attenzione era l’Oltre.
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Il dovere di un uomo solo è di essere ancora più solo.
(Cioran)
Nota di ZeRo
Ci sono due livelli di solitudine: la solitudine superficiale (dalla massa) e quella profonda (la solitudine da se stessi).
Questa seconda solitudine è quella a cui probabilmente puntava Cioran. La prima solitudine vuol dire trovarsi senza gli altri, la seconda solitudine, quella profonda, implica trovarsi senz’io.
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Questo secondo è svanito per sempre, si è perduto nella massa anonima dell’irrevocabile. Non tornerà mai più. Ne soffro e non ne soffro. Tutto è unico – e insignificante.
(Cioran)
Nota di ZeRo
L’io soffre per la perdita di qualsiasi apparenza.
Ma la perdita di un’apparenza è davvero una perdita?
L’io non vuole perdere il mondo delle apparenze perché è come se perdesse se stesso, l’illusorio soggetto indipendente, separato, permanente.
Perdere il mondo delle apparenze, per l’io, vuol dire perdere tutto.
Perdere il mondo delle apparenze, per l’autorealizzato, vuol dire non perdere niente.
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La conoscenza di sé, la più amara di tutte, è anche quella che viene coltivata di meno: a che serve sorprendersi dal mattino alla sera in flagrante delitto di illusione, risalire senza pietà alla radice di ogni atto, e perdere una causa dopo l’altra davanti al proprio tribunale?
(Cioran)
Nota di ZeRo
La conoscenza dell’io è la più amara e quella che viene coltivata meno di tutte perché non ti dà niente.
L’io non ti dà niente.
Non si guadagna niente da questa indagine, si riconosce soltanto la sua inconsistenza. In apparenza è una perdita di tempo, eppure questa amara constatazione è la liberazione da ciò che apparentemente tiene gli individui rinchiusi in sé, imprigionati in se stessi.
P.S.
E’ inevitabile perdere una causa dopo l’altra davanti al tribunale dell’io: l’io vuole avere sempre ragione; come al Casinò, il banco dell’ego (in apparenza) vince sempre. Vince sempre perché è truccato, fittizio, illusorio.
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“Che cosa aspetti ad arrenderti?” – Ogni malattia ci invia un’intimidazione camuffata da interrogativo. Fingiamo di non sentire, pur pensando che lo scherzo è durato già troppo, e che la prossima volta bisognerà avere finalmente il coraggio di capitolare.
(Cioran)
Nota di ZeRo
“Che cosa aspetti ad arrenderti?” – ti chiede la Realtà.
“Che cosa aspetti a perdere la ragione?” – ti chiede la Verità.
Cosa aspetti a lasciar perdere il senso dell’io?
Se stai attendendo la disfatta esemplare stai certo che arriverà puntuale.
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Se potessimo vederci con gli occhi degli altri, scompariremmo all’istante.
(Cioran)
Nota di ZeRo
Di solito vi guardate dal punto di vista dell’io.
Provate a guardarvi dal non-io.
Fatelo per gioco. Provate a guardarvi da fuori, come un testimone trasparente (un fantasma) che osserva il vostro corpo.
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Nonostante i capelli bianchi, batteva ancora il marciapiede. La incontravo spesso, nel Quartiere, verso le tre del mattino, e non mi piaceva tornare a casa senza averla sentita raccontare qualche sua prodezza o qualche aneddoto. Gli aneddoti li ho dimenticati, e anche le prodezze. Ma non ho dimenticato la prontezza con la quale, una notte in cui mi ero messo a tuonare contro tutti i “miserabili” che dormivano, lei replicò, con l’indice puntato contro il cielo: “E che cosa dice del miserabile di lassù?”
(Cioran)
Nota di ZeRo
Quello dimora in un pacifico sonno profondo. Niente può disturbarlo, neppure la fine del mondo.
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E’ auspicabile che gli uomini vedano le cose come sono?
Non lo so. Credo che le persone non ne siano capaci. Allora è vero che solo un mostro può vedere le cose come sono, perché il mostro è uscito dallo sfondo.
(Cioran)
Nota di ZeRo
Il mostro è sinonimo di anomalia, qualcosa di atipico e incomprensibile per la mente ordinaria.
Il mostro riesce a vedere le cose come sono perché è uscito dallo sfondo ordinario e riesce a vedere le cose con distacco, senza bias, condizionamenti, distorsioni psico-emotive: viene considerato un mostro perché non è coinvolto affettivamente e quando partecipa lo fa in modo completamente differente rispetto agli altri attori sociali.
Il mostro è capace di vedere le cose come sono anche nel senso che i suoi occhi hanno visto delle mostruosità e queste mostruosità non sono state dimenticate, rimosse, ignorate, scansate come tenderebbe a fare l’uomo comune. L’uomo comune non riesce a tollerare neppure il pensiero della mostruosità; finge che non ci sia, che non esista e dunque non riesce neppure ad affrontarla o superarla.
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Ne ho abbastanza di imprecare contro Dio e contro il mondo. A che scopo?
(Cioran)
Nota di ZeRo
Queste parole segnavano il termine della carriera artistica e letteraria di Cioran. A un certo punto si era stancato di giudicare tutto e tutti; non aveva più voglia di attaccare il mondo.
Avendo raggiunto un livello avanzato di disincanto, si comporta come una coscienza in via di Risveglio: lascia tutto alle spalle e si spinge Oltre.
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I figli che non si vergognano dei genitori sono condannati alla mediocrità.
Niente rende più sterili quanto l’ammirazione verso i genitori.
(Cioran)
Nota di ZeRo
Al posto di figli e genitori possiamo mettere cittadini e autorità esterna, oppure ricercatori e Maestri.
I cittadini (o i ricercatori) che non si vergognano dell’autorità esterna (o del Maestro) sono condannati alla mediocrità.
Niente rende più impotenti quanto l’esaltazione dell’autorità (o del Maestro).
……………
Fine anteprima.
Ebook completo: https://payhip.com/b/zNYig
La sindrome del me è peggio della sindrome di Down
Vicino a casa mia c’è una ragazzina Down.
Quasi ogni giorno esce in cortile, sale sull’altalena che le hanno costruito appositamente per lei, si dondola e comincia a cantare a squarciagola.
Il suo ritornello preferito è: Tanti auguri a me, e la torta a me…
Lo fa per divertirsi, senza crederci, senza credere al me – o credendoci come si crede a una stupida canzone.
Potrebbe soffrire della sindrome di Down, ma forse non soffre della sindrome del me.
L’uomo comune invece soffre gravemente della sindrome del me.
Spiegare a quella ragazza che il me non esiste forse sarebbe più facile che spiegarlo a un normale essere umano. Scommetto che quella ragazzina lo capirebbe al volo, molto più velocemente di quei tossici che frequentano le comunità spirituali.
Una volta rotto l’incantesimo probabilmente lei non ci penserebbe più, e al massimo lo considererebbe come un ritornello. Comunque non rappresenterebbe un problema. Si dimenticherebbe di quella storia.
E l’uomo?
L’umo è fottuto dal me.
L’uomo si sente dannato dal me.
Per lui non è un semplice ritornello ma un’ossessione: me, me me, io, io, io, mio, mio, mio.
Il normale essere umano è proprio un gran coglione!
Drastico?
No, realistico.
Non che me ne freghi molto di quella persona, comunque mi fa più tenerezza quella ragazzina rispetto a tutti i presunti ricercatori spirituali che ripetono la solita solfa, ripropongono le stesse domande, praticano, baciano i piedi di un santone, fanno donazioni, cantano mantra propiziatori e scaramantici.
Propiziatori per chi?
Ma per me, ovvio.
Tutto viene fatto solo ed esclusivamente per quel dannato me.
Almeno quella ragazzina cantava con innocenza, senza credere al me, senza la sindrome del mio me. L’uomo comune invece soffre davvero della sindrome del me, del voglio tutto per me, a modo mio, a mio favore.
Ma quell’imbecille non solo ci crede; poi vuole smettere di crederci.
Se smette di crederci, egli crede, “poi smetto di soffrire, mi illumino, mi autorealizzo, realizzo i miei sogni”.
L’uomo comune si merita proprio di soffrire in quel modo.
Sono proprio contento di non aver mai lenito la sofferenza dei ricercatori che ho incontrato…
( ZΣЯӨ )
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